
La delusione di Karkalis a fine gara
E’ stato un martedì di ritorno in campo per la Fermana dopo la batosta contro il Notaresco: morale decisamente basso, testimoniato anche dalla scelta del silenzio stampa. Ed era nell’aria anche che sarebbe stato necessario un confronto faccia a faccia tra dirigenza, mister e squadra. Questo è puntualmente avvenuto ieri alla ripresa degli allenamenti con un confronto diretto ma anche tranquillo in cui alcune fibrillazioni sembrano essere rientrate. Come ad esempio un certo scoramento da parte di mister Brini cui evidentemente l’atteggiamento della squadra non era affatto piaciuto. Ma lui dei messaggi chiari li aveva mandati anche a Isernia. E la Fermana è chiaro che non può assolutamente permettersi di abbassare il livello dell’agonismo e della voglia, armi che da sempre sono state protagoniste nel dna canarino. Senza di quelle la rosa della Fermana fa fatica ad imporsi solo per superiorità tecnica perché in questa Serie D raramente si incontrano squadre molli. Questo è sembrato domenica la Fermana, molle e priva di nerbo. E questo avrebbe fatto vacillare anche lo stesso Fabio Brini pronto a mettere a disposizione il suo mandato anche nell’ottica di dare una scossa all’ambiente. Questo non è avvenuto, dopo il confronto tra le parti che sembra aver portato alla cosiddetta fumata bianca. Le intenzioni dunque, anche da parte della squadra ci sono. Ora però bisogna trasformare il tutto in fatti concreti, in campo, con l’attenzione ed evitando quegli errori che domenica hanno causato la sconfitta. Domenica si riparte da Chieti, da una sfida veramente complicata contro la squadra più in forma del momento: 6 vittorie e 3 pareggi nelle ultime 9 gare, due vittorie in trasferta a Isernia e Teramo negli ultimi 180 minuti e una piazza d’onore che ormai è ad un passo. La cura Daniele Amaolo sembra aver portato gli esiti sperati con il tecnico sangiorgese grande esperto della categoria e specialista in situazioni complicate da risollevare. Alla Fermana però servono punti anche nel difficile catino di Chieti.
Roberto Cruciani