PAOLA PIERAGOSTINI
Cronaca

Lapedona, rubato il volto della Madonna. Mistero

Furto denunciato dopo 30 anni

Lapedona, rubato il volto della Madonna

Lapedona, rubato il volto della Madonna

Lapedona (Fermo), 16 febbraio 2019 - Viene tagliato e asportato il volto della Madonna Bambina su una tela sacra dei primi anni del ‘700 custodita nella chiesa di San Nicolò a Lapedona, e il fatto viene segnalato solo dopo circa trent’anni. A seguito della denuncia, la Procura di Fermo ha aperto un fascicolo contro ignoti, per il reato di furto. Sono in corso le indagini coordinate dal tenente colonnello Carmelo Grasso del reparto Tutela patrimonio culturale, dei carabinieri del nucleo di Ancona e svolte con l’ausilio dei militari dell’Arma della stazione di Monterubbiano.

Lapedona, rubato il volto della Madonna
Lapedona, rubato il volto della Madonna

L’intricata vicenda riguarda Lapedona, dove la tela sacra a firma dell’artista fermano Filippo Ricci, era ed è custodita all’interno della chiesa centrale di San Nicolò, oggi divenuta comunale, il cui lungo percorso di restauro è terminato lo scorso anno con la cerimonia inaugurale dell’8 dicembre, presieduta dall’arcivescovo Rocco Pennacchio. Un anno fa circa – nel corso delle operazioni di restauro – la storica dell’arte della Soprintendenza delle Marche, Annunziata Lanzetta, notò il taglio della parte della tela che ritrae il dolce volto artistico della Madonna e, segnalato il fatto, è scattata la denuncia per furto sporta dal sindaco Giuseppe Taffetani, in seguito alla quale si sono aperte le indagini. Dal lavoro degli inquirenti è emerso che lo sfregio risale alla fine degli anni ’80 primi anni ’90, ma che inspiegabilmente, il furto – nonostante fosse cosa nota tra i lapedonesi – non era mai stato denunciato, se non lo scorso anno.

Gli inquirenti sono propensi a credere che la tela asportata non sia stata destinata al commercio di oggetti sacri (non è infatti alto il suo valore economico) ma che al contrario sia rimasta nella casa di qualcuno del luogo, che potrebbe essere sia cosciente della provenienza dell’opera che ignaro della stessa. Non è infatti in questione il valore economico della tela, ma quello spirituale che fa dell’opera un bene della chiesa e appartenente alla comunità e a chiunque sia ispirato dal sincero sentimento di fede. Chi si trova in possesso della parte di tela, infatti, a salvaguardia dell’immagine del paese e del rispetto devozionale, potrebbe riconsegnare l’opera anche anonimamente per consentire alla tela di riacquistare la sua originaria bellezza e allo stesso tempo alleggerire la propria coscienza.