Fusione delle partecipate Operazione ferma al palo

Il progetto che avrebbe unito San Giorgio Energie e Solgas di Fermo non ha avuto sviluppi. L’ex sindaco Loira critico contro la clausola Put

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Che fine ha fatto il progetto di fusione delle società partecipate, San Giorgio Energie di Porto San Giorgio e Solgas di Fermo? Si fa un gran parlare che dopo l’elezione a sindaco di Valerio Vesprini sarebbero migliorati i rapporti tra le due città grazie all’amicizia, che nella precedente amministrazione forse non c’era, tra i rispettivi primi cittadini. Tuttavia ammesso che i rapporti siano migliorati l’impressione è che stentino lo stesso a produrre collaborazioni amministrative. Si fanno delle ipotesi di gestione in tandem di servizi ma in maniera molto generica, mentre segna il passo la fusione delle partecipate, uno dei rari progetti alla cui attuazione le due città hanno convenuto di procedere insieme, convinte della sua validità: "L’unificazione ci porterà ad una prospettiva di sviluppo da protagonisti nel settore della vendita del gas e della luce". Dichiarò a suo tempo l’ex sindaco Nicola Loira. L’ultima volta in cui la questione è stata evocata a livello di opinione pubblica lo scorso 30 giugno con un intervento dello stesso Loira feroce con l’ex collega di Fermo che l’aveva accusato di responsabilità nei ritardi del processo di fusione. Loira rinviò al mittente l’accusa sostenendo che i ritardi erano imputabili a lui per aver introdotto nella trattativa una clausola di opzione di vendita delle quote a prezzo prestabilito, cosiddetta Put.

"Una clausola – ha sottolineato Loira – che invece di guardare ad una strategia industriale della nuova compagine nata dalla fusione manifesta la volontà di vendere le proprie quote pubbliche al privato. Nel qual caso quelle di Fermo sarebbero valse di più di quelle di Porto San Giorgio pur essendo quote della stessa società. "Adesso – la chiosa di Loira – rimane la curiosità di sapere se Vesprini e i suoi accetteranno che nella nuova società le quote di Fermo valgano di più di quelle di Porto San Giorgio. A meno che questo non sia previsto nel rapporto di vassallaggio".

Una battuta al veleno a cui però non sono seguite repliche per cui non è dato sapere quali siano le intenzioni della Giunta Vesprini. Intende oppure no continuare a perseguire l’unificazione e in caso affermativo concorderà con l’inserimento della opzione PUT? Forse è ora che la nuova amministrativa affianchi all’ordinario una questione di peso sia da un punto di vista amministrativo che politico L’unificazione delle società partecipate può esserlo.

Silvio Sebastiani