Giuseppe Lenoci, la nonna: "Ha fatto cambio di turno". Indagato il conducente del furgone

Il dolore lacerante dei familiari, degli amici e di tutto Monte Urano che si sono riuniti stamattina alla chiesa di Santa Maria Apparente ad accogliere l’arrivo del feretro bianco in cui è custodito il corpo del 16enne morto durante uno stage scuola-lavoro. L'azienda: "Imprevedibile fatalità"

La camera ardente di Giuseppe Lenoci (nel riquadro)

La camera ardente di Giuseppe Lenoci (nel riquadro)

Monte Urano (Fermo), 16 febbraio 2022 - "Non si può, non si può. Figlio mio, non dovevi essere lì": è un urlo straziante quello di Francesca Crudele, mamma di Giuseppe Lenoci, che lacera il dolore muto di quanti, stamattina, si sono trovati davanti alla chiesa di Santa Maria Apparente, ad accogliere, alla camera ardente, l’arrivo del piccolo feretro bianco in cui è custodito il corpo del figlio Giuseppe. "Giuseppe, ero qui, dietro di te", è la rassicurazione del babbo Sabino che, sceso dall’auto che aveva seguito il carro funebre fino a lì, si accosta alla bara e la accarezza.

Aggiornamento Giuseppe Lenoci morto per lo stage, indagato l’operaio alla guida del furgone

La accarezzano e la baciano tra lacrime di disperazione, anche i nonni paterni, arrivati dalla Puglia appena appresa la tragedia. La nonna prende in mano la foto di Giuseppe, ci parla e gli promette: "Faremo giustizia, faremo giustizia". Ad accogliere il feretro c’è anche il sindaco, Moira Canigola, visibilmente provata perché morire a 16 anni è comunque un’assurdità, troppo difficile da accettare. "Sono stata a trovare la famiglia, ieri, ed è stato qualcosa di straziante" si limita a dire. C’è anche il presidente della società di calcio Monte Urano Campiglione che porta la maglia gialla con il numero 9, l’ultima indossata da Giuseppe, che viene poggiata sulla bara.

Il fratello minore di Giuseppe, Michael, resta in silenzio accanto alla bara, il viso seminascosto da un cappuccio, si fa stritolare negli abbracci di parenti e amici che arrivano alla spicciolata. Tra i fiori che arrivano, c’è anche un mazzo inviato dalla ditta di termoidraulica di Fermo, dove Giuseppe stava facendo lo stage di alternanza scuola-lavoro: era a bordo di un furgone aziendale, l’altro giorno, e si trovava a tantissimi, troppi, chilometri lontano da casa, dalla scuola e dall’azienda, quando è accaduto l’incidente che lo ha portato alla morte.

E secondo i familiari, non avrebbe neanche dovuto esserci lui, in quel furgone. Ci è salito all’ultimo momento: "Era un altro ragazzo che doveva andare, ma all’ultimo momento non ha potuto. Non era il suo turno, ha voluto fare un piacere a un compagno. Per questo è partito Giuseppe", racconta la nonna Maria. Ci sono lacrime, in quella piccola chiesa, ma c’è anche la rabbia, palpabile di genitori che vogliono capire, che urlano la loro voglia di giustizia. "Ho perso un figlio – sono le parole laceranti della mamma – chi ha sbagliato deve pagare. Voglio solo sapere la verità. Non dico altro".

Arriva anche l’avvocato della famiglia, Arnaldo Salvatori che sta seguendo l'inchiesta per omicidio stradale. Sollecitato dai giornalisti, chiede tempo: "Non ho ricevuto nulla. Nulla anche dall’azienda. Stiamo facendo le nostre verifiche, la magistratura sta indagando. Vedremo quale sarà la qualificazione giuridica dei fatti di reato". Glissa davanti a chi gli chiede se una simile distanza dal posto di lavoro era prevista. "Datemi tempo di approfondire". 

Arrivano i compagni di squadra, il parroco don Luigi, altri parenti, amici ma anche gente che semplicemente vuole testimoniare la propria vicinanza a una famiglia devastata. Una comunità intera che si stringe a questa famiglia arrivata in città circa 15 anni fa, che non vuole lasciarla sola. Domani, in occasione de funerali, a Monte Urano, sarà lutto cittadino. Alle esequie (ore 10, nella chiesa di San Michele) ha già assicurato la sua presenza anche il Prefetto di Fermo, Vincenza Filippi. 

Indagato il conducente del furgone

Per la morte in un incidente stradale del 16enne Giuseppe Lenoci, la Procura di Ancona ha iscritto nel registro degli indagati il conducente del furgone: si tratta di un operaio di 37 anni che lavora per la ditta di termoidraulica dove il minorenne stava imparando il mestiere. Insieme erano andati a fare dei lavori nella zona di Serra dè Conti (Ancona), dove è successo il sinistro, fuori dalla loro provincia. Omicidio stradale il reato ipotizzato. Giuseppe viaggiava sul mezzo della ditta, uscito di strada e finito contro un albero; il ragazzo è morto sul colpo, il conducente è rimasto ferito. Sul mezzo il pm Serena Bizzarri disporrà una perizia per stabilire a che velocità andava quando è finito fuori strada e per escludere anomalie o guasti che possano aver fatto perdere il controllo al conducente, risultato negativo ai controlli di droga e alcol. Il 37enne non è stato ancora sentito dai carabinieri di Jesi, che procedono con l'indagine su delega della Procura, ma verrà presto interrogato. Martedì è stato dimesso dall'ospedale di Torrette, dove era stata ricoverato subito dopo l'incidente. Ha una prognosi di 20 giorni, ma le sue condizioni sono buone.

"E' stata una imprevedibile fatalità"

In giornata sono arrivate anche le parole di Fabrizio Donzelli, della ditta idraulica Termoservicegas di Campiglione dove Giuseppe Lenoci stava effettuando lo stage. "L'azienda è profondamente addolorata per la prematura scomparsa del giovane Giuseppe - dice Donzelli - , al quale tutti eravamo già affezionati nonostante avesse intrapreso questo percorso formativo da poco tempo. Giuseppe, oltre ad essersi dimostrato una persona speciale, si era impegnato con diligenza e maturità al fine di acquisire una competenza altamente specialistica, apprezzando l'esperienza messa a disposizione dell'azienda. E' stata una terribile ed imprevedibile fatalità che ha spezzato la passione ed il futuro di questo bravo ragazzo. Le più sentite condoglianze sono rivolte alla sua famiglia".

Venerdì 18 febbraio manifestazione a Fermo

"C'era un furgone, un ragazzo di 16 anni che stava facendo uno stage e un sistema che educa allo sfruttamento come unico modello di sviluppo. Lunedì sera il furgone ha avuto un incidente, il ragazzo di 16 anni è morto, il sistema è ancora lì. Per l'azienda il furgone è una perdita da mettere a bilancio, per i media la morte di uno studente obbligato a lavorare a 16 anni è una fatalità, per il sistema tutto questo è solo un errore di percorso". Lo rilevano in una nota Studenti e Studentesse in Lotta, annunciando una manifestazione regionale per il 18 febbraio a Fermo, alle 9 in piazza del Popolo, il giorno dopo i funerali di Giuseppe Lenoci.