I murales. atti vandalici o opere d’arte?

I Murales: atti vandalici o opere d’arte? Oggi non è raro incontrare lo stereotipo del graffito inteso come atto vandalico. In realtà nasconde ben altro. Già in epoca risorgimentale, sui muri di Milano comparve la scritta ‘W Verdi’ allo scopo di esaltare la figura del compositore Giuseppe Verdi e di alludere alla figura del re d’Italia; V.E.R.D.I. stava per Vittorio Emanuele Re D’Italia. Nei tempi odierni capita spesso di passeggiare per i vicoli di città e fermarsi ad osservare bellissimi murales. Gli ‘street artist’ abbelliscono il mondo con opere straordinarie spesso ispirate all’attualità, dal coronavirus ai cambiamenti climatici. Molti artisti usano questa particolare forma d’arte per comunicare, trasmettere messaggi, sensibilizzare su determinate tematiche o omaggiare qualcuno. L’esempio, forse più emblematico di quest’ultima finalità, lo troviamo a Napoli, dove, accanto a tanti splendidi murales, ve ne sono due a cui i napoletani tengono molto, dedicati a Maradona. Il più famoso street artists di oggi è Bansky, un artista inglese la cui identità è tenuta nascosta. Questo concetto di anonimità applicato alla street art può essere visto come se Bansky fosse in ognuno di noi, come se noi fossimo Bansky. Le sue incursioni artistiche sono critiche sociali a sfondo ironico. Questo mezzo per comunicare sentimenti e critiche sociali è sicuramente poco chiassoso, ma particolarmente piacevole alla vista.

Classe III B