
Il traffico in via Murri
Sta lì dal 1933 l’ospedale di Fermo, è dedicato al medico di fama internazionale Augusto Murri che si è guadagnato un busto proprio all’ingresso della struttura. È una presenza rassicurante, a volte ingombrante, dentro una viabilità ingarbugliata, più volte stravolta per cercare di trovare il filo e magari ricavare posti auto che non bastano mai. È un posto in cui si va per forza di cose, più o meno tutti, almeno una volta nella vita, se si è fortunati. Ci vai da paziente, da visitatore, da dipendente della sanità. Ecco allora che un luogo così segna per forza di cose la storia di una città, costruisce economia, vitalità, disagi ma anche opportunità.
Tra poco tempo, forse mesi, al massimo un anno e mezzo, il vecchio Murri sarà un ex ospedale, dopo il più complesso trasloco mai visto a Fermo, quello che si dovrà fare per non interrompere le attività sanitarie. E allora è tempo oggi di interrogarsi sul futuro, su quello che succederà in questo angolo di città che l’ospedale lo respira da un bel po’ di tempo. Una struttura che di certo non è più comoda, non ha possibilità di sviluppo, non ha aree sosta e non può essere più di tanto modernizzata.
Tante le ipotesi su quello che accadrà, c’è chi suggerisce di lasciare qui comunque ambulatori e attività sanitarie, per mantenere il movimento che garantisce possibilità alle tante attività nate in zona. Altri ci vedono uffici di diverso tipo, che possano liberare altri spazi per il mondo della scuola. La paura che resti una scatola vuota e senza destino esiste, immenso lo spazio, particolare l’organizzazione, ci vorranno soldi e idee per dare una nuova vita a quell’immenso, amato e odiato palazzo.
C’è chi ci ha vissuto i momenti più belli della vita, per una nuova nascita o per una rinascita dopo una malattia, chi ha detto addio a persone care, chi ci ha vissuto un’esperienza negativa, c’è passata la vita di generazioni di fermani e ci sono attività di bar, pasticceria, alimentari, biancheria, luoghi che in qualche modo sono stati sempre condizionati da quella vita e che aspettano notizie, decisioni, progetti che devono essere presi oggi, prima che cominci il trasloco.
Angelica Malvatani