Il miraggio dei risparmi Nel Fermano calo del 2%

L’aumento dell’inflazione incide sulla capacità delle famiglie di mettere da parte denaro. Ecco i numeri che emergono da un’analisi della Cgia di Mestre.

Il miraggio dei risparmi  Nel Fermano calo del 2%

Il miraggio dei risparmi Nel Fermano calo del 2%

Una delle conseguenze dell’aumento dell’inflazione è il decremento dei risparmi. Questo andamento, ovviamente, caratterizza anche il fermano. In provincia di Fermo, infatti, alla fine del mese di marzo del 2022 i risparmi delle famiglie ammontavano complessivamente a 3.138,3 milioni di euro. Al termine del primo trimestre di quest’anno i risparmi in provincia di Fermo sono scesi a 3.062,6 milioni. In valori assoluti il decremento è stato pari a -75,6 milioni di euro e in termini percentuali pari a -2,41%. In Italia i risparmi delle famiglie, tra il marzo dell’anno scorso e lo stesso mese di quest’anno hanno subito una riduzione pari a 25,2 miliardi di euro. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia. Questo è solo uno dei tanti effetti economici che ha colpito il nostro Paese a seguito dell’aumento dei tassi di interesse verificatosi in questo ultimo anno che, secondo la politica monetaria decisa a Francoforte, ha l’obiettivo di raffreddare il caro prezzi. Se a giugno del 2022 il tasso principale di rifinanziamento della Banca Centrale Europea (Bce) era pari a zero, a partire dal prossimo 21 giugno toccherà la soglia del 4 per cento. Questo vuol dire che, rispetto a 12 mesi fa, coloro che oggi chiedono un prestito o hanno un mutuo a tasso variabile hanno subito un aumento del costo del denaro molto importante, assicurando, nel contempo, un vantaggio economico in particolar modo a chi per mestiere presta denaro (le banche). Diversamente, i tassi di interesse attivi, ovvero quelli praticati sui nostri depositi bancari, sono rimasti pari a zero.

Tale situazione, con una inflazione quasi a due cifre, ha contribuito a erodere i nostri risparmi. Va altresì segnalato che l’impennata dell’inflazione ha costretto molti nuclei familiari ad attingere dai risparmi le somme necessarie per fronteggiare il caro vita. "Per fronteggiare questa situazione – sostengono i ricercatori della Cgia – non ci sono misure miracolistiche. Tuttavia, una delle poche cose che il governo potrebbe mettere in campo è una politica redistributiva che tolga qualcosa ai settori che da questo scenario hanno realizzato extraprofitti importanti (creditizio, energetico, farmaceutico, etc.), distribuendoli, sotto forma di riduzione delle imposte erariali, al ceto medio che non ha ancora beneficiato di alcuna riduzione del carico fiscale. Unica misura, quest’ultima, che potrebbe contrastare la perdita di potere d’acquisto verificatasi a partire dall’inizio del 2022. A livello regionale le contrazioni percentuali più significative hanno interessato le regioni del Nord: Lombardia e Liguria (-3,5 per cento), Emilia Romagna (-3,9 per cento) e il Piemonte (-4,7 per cento) sono le aree geografiche dove le famiglie hanno subito l’erosione più importante. A livello provinciale, invece, le famiglie più colpite risiedono ad Asti (-8,12 per cento); seguono quelle di Cuneo (-7,11 per cento), Biella (-6,81 per cento), Rimini (-6,46 per cento), Vercelli (-5,68 per cento) e Lodi (-4,92 per cento). Vittorio Bellagamba