REDAZIONE FERMO

L’ombra della criminalità organizzata. Nel mirino ci sono 281 imprese fermane

L’uno percento del tessuto è potenzialmente connesso a contesti mafiosi secondo il documento ’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia’ che incrocia dati della banca centrale e delle forze dell’ordine.

Il volume d’affari annuo delle mafie. su tutto il territorio della penisola si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno

Il volume d’affari annuo delle mafie. su tutto il territorio della penisola si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno

In provincia di Fermo sono 281 le imprese potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata. L’incidenza che hanno sul totale delle imprese è poco più dell’uno percento. La è stata costruita sulla base delle informazioni presenti nel documento "Rapporto Annuale 2020 – Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia" e si è applicato l’intervallo medio della percentuale di imprese potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata di ciascuna provincia con i dati del totale sedi d’impresa (attive al 30 novembre 2024, disponibili per 105 province, fonte camerale), riquadrando ciascun risultato con il dato nazionale indicato nel Rapporto (circa 150 mila imprese potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata).

L’analisi elaborata dall’Ufficio Studi della Cgia evidenzia, sempre per la provincia fermana che il numero delle denunce per estorsioni sono passate dalle 22 del 2013 alle 26 del 2023 con un incremento pari a +18,2%. Il volume d’affari annuo delle mafie italiane, ovviamente su tutto il territorio della penisola, si aggira attorno ai 40 miliardi di euro l’anno; una cifra spaventosa che vale praticamente due punti di Pil. Va altresì segnalato che il dato relativo al giro d’affari delle organizzazioni criminali di stampo mafioso richiamato in precedenza è certamente sottostimato, poiché non è possibile misurare anche i proventi riconducibili all’infiltrazione di queste realtà nell’economia legale.

In virtù dei dati in possesso dell’Unità di Informazione Finanziaria (Uif) della Banca d’Italia - struttura che, per legge, riceve ogni anno dagli intermediari finanziari centinaia di migliaia di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette – è stato possibile mappare il numero delle imprese presenti in Italia che potenzialmente sono contigue a contesti di criminalità organizzata. Oltre alle segnalazioni ricevute, la UIF ha incrociato anche gli scambi informativi acquisiti dalla Direzione Nazionale Antimafia e dall’Autorità giudiziaria. Grazie a questo mix di dati è stato possibile censire almeno 150mila imprese che potrebbero essere potenzialmente controllate o collegate a vario titolo alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.

Tra il 2023 e il 2013 le denunce per estorsione sono aumentate del 66,2 per cento, con una punta massima del +128,3 per cento nel Nordest. In termini complessivi, è il Mezzogiorno con 3.877 la ripartizione geografica che nel 2023 ha registrato il più alto numero di denunce; seguono il Nordovest con 2.945, il Centro con 2.573 e il Nordest con 2.043.

Vittorio Bellagamba