
La chiesa di Capodarco gremita, toccante il ricordo di don Valeriano: "Amava gli animali, ha sognato un canile e l’ha realizzato, amava lo sport e ha creato una corsa tra le più importanti".
La corsa di Gaetano non finisce qui. Sono le parole con cui il sindaco Paolo Calcinaro in lacrime ha salutato per l’ultima volta Gaetano Gazzoli, lo aveva sentito per telefono pochi giorni fa mentre seguiva il Giro d’Italia, lo aveva fatto salutare da qualche campione di oggi, per incoraggiarlo nel momento della malattia: "Non potevamo sapere che era il suo ultimo chilometro", ha sottolineato il sindaco. La chiesa di Capodarco si è riempita già al mattino, per salutare uno dei suoi figli più cari, tutta la comunità capodarchese è arrivata per abbracciare Gazzoli e la sua famiglia, i ciclisti, gli appassionati, gli amici, un momento di condivisione necessario per un uomo che ha dato tanto: "Ogni persona di Capodarco cancellerebbe volentieri dal calendario questa settimana, ha sottolineato il parroco don Valeriano Porto nella sua omelia, abbiamo perso prima don Franco e oggi Gaetano, due grandi, ciascuno nel loro ambito. Hanno portato il nome della piccola comunità di Capodarco ben oltre i confini nazionali. Quando ci sono persone così grandi con gli stessi principi e con le stesse idee prima o poi finisce che si incontrano e collaborano. Così è stato per don Franco e per Gaetano, hanno lavorato insieme nel nome della solidarietà".
La corsa ciclistica del 16 agosto per Gazzoli era dedicata alla comunità di Capodarco, il valore che tutto teneva insieme era proprio quella della solidarietà e dell’aiuto a chi aveva bisogno: "Voleva vivere la vita in pieno, diceva sempre ‘se vuoi puoi’ e lui così faceva. Amava gli animali, ha sognato un canile e l’ha realizzato, finendo per essere un modello per altre esperienze così. Amava lo sport e ha creato una corsa che è oggi una delle gare più attese e importanti. Ci ha insegnato a guardare ai giovani, viveva con loro e per loro, con le due ruote voleva tenerli lontani dai rischi della vita e dalla strada sbagliata. Lo ricorderemo raggiante, alla fine della corsa, a dire grazie a tutti. Adesso grazie lo diciamo a lui, uno grande come grande è stato il suo gran premio della solidarietà".
Finisce tra gli applausi il pensiero di don Valeriano, è don Vinicio Albanesi, nella settimana in cui ha perso due amici di sempre, ad aggiungere: "Io credo che Gaetano stia in Purgatorio ad organizzare la prossima corsa, lui e don Franco erano insistenti perché avevano una missione da realizzare che era la loro ossessione. Erano persone normali con un obiettivo più alto che li faceva superare ogni barriera. Il Gran premio lo iniziava ad organizzare il 17 di agosto, appena finita ogni edizione, non si stancava mai e portava avanti le sue passioni, con semplicità, col suo modo di esprimersi, col cuore". Tanti i ricordi, i sorrisi, gli applausi, il giallo ovunque, la sua moto accesa e la scritta sull’auto di servizio alla corsa: Ciao Gaetà, il 16 di agosto si correrà per te, come sempre.
Angelica Malvatani