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"Manca una progettazione complessiva"

Sui disagi del dimensionamento dell’infrastruttura e sulle criticità del progetto, interviene l’agronomo Alfio Bagalini. "Attualmente manca una progettazione complessiva dell’intervento...

Per l’agronomo Alfio Bagalini non c’è uno studio appropriato che possa risolvere il problema di irrigazione della Valdaso

Per l’agronomo Alfio Bagalini non c’è uno studio appropriato che possa risolvere il problema di irrigazione della Valdaso

Sui disagi del dimensionamento dell’infrastruttura e sulle criticità del progetto, interviene l’agronomo Alfio Bagalini. "Attualmente manca una progettazione complessiva dell’intervento da realizzare – spiega – fosse anche in più fasi, per servire l’intera bassa valle dell’Aso. A quanto ammesso dallo stesso presidente del Consorzio, esiste solo il progetto per la prima metà dell’intervento che purtroppo presenta numerosi limiti dati dall’analisi di più fattori".

Tra le criticità evidenziate: la mancanza di uno studio preliminare tecnico-agronomico su quelli che sono i fabbisogni idrici dell’area di intervento a loro volta determinati da tipologia di colture praticate nell’area, sistemi colturali e tipologia dei suoli e dati pluviometrici dell’area a cui si aggiunge l’individuazione dell’idonea dimensione del diametro delle tubature. "Sono tante le pesanti criticità del progetto appaltato e non ci sono notizie certe sugli studi identitari del territorio effettuati dal Consorzio indispensabili per realizzare un progetto lungimirante e funzionale – prosegue Bagalini – . Si ha l’impressione che si stia procedendo al buio e per questo motivo è stata avanzata al Consorzio la richiesta di accesso agli atti, finalizzata alla massima attenzione di tutti gli aspetti che la riqualificazione di questa opera infrastrutturale di enorme importanza, deve avere".

Importanza che gli agricoltori della bassa valle ritengono prioritaria, ragione per cui non accettano di rimanere ancora una volta esclusi dalla riqualificazione del sistema irriguo. "Fino agli anni ’80 la Valdaso è stata il territorio agricolo simbolo di lustro a livello nazionale – aggiunge Bagalini – per poi diventare la cenerentola d’Italia. Gli agricoltori della bassa Valdaso aspettano da anni l’adeguamento del sistema irriguo, indispensabile per le economie private basate sulla produttività, per la credibilità del territorio e per il suo rilancio. Allo stesso modo – prosegue – riqualificare equamente il sistema irriguo significa rispettare il territorio, tanto nella sua vocazione quanto nell’attenzione allo spreco di acqua che è un bene prezioso".

Facile dedure quindi la grande importanza che per il territorio ha, il completamento dell’impianto a pressione in bassa valle a servizio delle coltivazioni. "La Valdaso è già in ritardo – conclude Bagalini – e non può sprecare l’opportunità di fondi regionali volti a riqualificare il settore agricolo. Per questo il progetto di completamento dell’impianto irriguo a pressione deve essere basato su una visione complessiva fatta di tempi, modalità e funzionalità che non deve escludere territori né agricoltori. Contrariamente, l’agricoltura della Valdaso continuerà a pagare cari gli errori di valutazione".

Paola Pieragostini