"Melanoma, diagnosi raddoppiate Questa dermatologia può crescere"

Morresi alla guida dell’ambulatorio dell’Inrca fa il punto sull’attività: tremila pazienti ogni anno, un percorso per la psoriasi, nuovi macchinari e tante prospettive per il futuro della sanità

Migration

di Emanuela Astolfi

Tremila prestazioni all’anno. Cinquemila interventi in dieci anni. Un percorso specifico dedicato solo ai pazienti che soffrono di psoriasi, prevenzione prima di tutto e liste d’attesa bloccate (ad eccezione delle priorità) come per tanti settori della sanità. È la fotografia di quello che succede all’interno dell’ambulatorio di dermatologia dell’Inrca di Fermo, guidato dal dottor Lorenzo Morresi. Sulla scrivania, tra un documento e l’altro, Morresi conserva i depliant informativi fatti fare dal padre, Arcangelo, pioniere della lotta ai tumori della pelle in Italia associati all’invecchiamento. In quell’ambulatorio passano ogni anno migliaia di pazienti che arrivano dalle Marche, ma anche dall’Abruzzo.

Dottor Morresi, partiamo da questo maggio estivo e dall’importanza di proteggere la nostra pelle e fare prevenzione.

"Sono in molti adesso a chiedere il controllo dei nei. Da qualche anno c’è un occhio più attento e questo mi fa piacere. La prevenzione è giustissima anche perché il melanoma è in aumento".

Qualche numero?

"Quest’anno abbiamo diagnosticato il doppio dei casi rispetto all’anno precedente. È raddoppiato il numero dei nei asportati e abbiamo notato, anche confrontandomi con altri colleghi, una maggiore aggressività. Crescono le nuove diagnosi e le lesioni spesse cioè non sottoli".

Come ci si deve comportare davanti a un neo sulla pelle?

"È importante fare sempre un autoesame: osservare se ci sono cambiamenti o se compaiono nuovi nei, poi ci pensa lo specialista. Prima del Covid andavamo nelle scuole e gli studenti coglievano subito l’importanza della prevenzione portando messaggi chiari anche a casa in famiglia. Un progetto molto valido che abbiamo dovuto interrompere, ma riprenderemo. Ne ho parlato con l’Ambito XX".

Una mole di lavoro consistente, com’è la situazione del personale?

"I pazienti aumentano sempre di più e questo rende sicuramente merito al lavoro fatto, il punto è che qui siamo io e un infermiere, servirebbe almeno un altro medico in grado di sostituirmi se non ci sono e portare avanti il lavoro. A livello di macchinari invece, tra una richiesta e l’altra che avanzo, la direzione sanitaria dell’Inrca ha acquistato un videodermatoscopio di ultima generazione che aumenta l’accuratezza della diagnosi. Per questo dico grazie".

L’Area Vasta 4 è orfana dell’unità complessa di dermatologia, lei sottopose un progetto sulla questione alla vecchia giunta regionale ma senza risultati. Adesso?

"Sono stato contattato da diverse persone interessate e sono pronto a discuterne. Nel 2016 feci una tesi per un master a Camerino proprio sullo sviluppo della rete clinica della dermatologia nel sud delle Marche che coinvolgeva Fermo e Ascoli, con i reparti di Oncologia e Gastroenterologia. Per crescere bisogna potenziare e creare un polo".