Di taglio esplicitamente teatrale, costruita quasi nella forma di un’opera da camera, ’La buona novella’ è il primo concept-album di Fabrizio De André, con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Ed è proprio da questa base che prende le mosse la versione teatrale con Neri Marcorè nello spettacolo (ore 21) di teatro canzone diretto da Giorgio Gallione che conclude, in questi giorni e fin a domenica la stagione in abbonamento del Teatro dell’Aquila.
Lo spettacolo, con gli arrangiamenti e la direzione musicale di Paolo Silvestri, è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Faber (come lo chiamava l’amico Paolo Villaggio) con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal Protovangelo di Giacomo al Vangelo Armeno dell’Infanzia a frammenti dello Pseudo-Matteo. Prosa e musica, montati in una partitura coerente al percorso tracciato da De André nel disco del 1970.
"Compito di un artista credo sia quello di commentare gli avvenimenti del suo tempo usando però gli strumenti dell’arte: l’allegoria, la metafora, il paragone" diceva De André. Le musiche sono di Fabrizio De André, Gian Piero Reverberi e Corrado Castellari, con Neri Marcorè in scena ci sono Rosanna Naddeo, Giua (voce e chitarra), Barbara Casini (voce, chitarra e percussioni), Anais Drago (violino e voce), Francesco Negri (pianoforte) e Alessandra Abbondanza (voce e fisarmonica). Le scene sono di Marcello Chiarenza, i costumi di Francesca Marsella, le luci di Aldo Mantovani.