"No al forno crematorio a Cura Mostrapiedi"

Non solo il comitato è contrario ma anche l’imprenditore Silvano Lattanzi: "Ho realizzato la mia azienda sotto la collina a tutela dell’ambiente e ora?"

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Quando, anni fa, realizzò la sua azienda, ‘Zintala’, in cima alla collina di Cura Mostrapiedi, l’artigiano del lusso, Silvano Lattanzi, aveva voluto limitare al massimo l’impatto ambientale, per cui aveva camuffato l’opificio quasi nascondendolo sotto la collina. Logico che, adesso, si batta con vigore contro l’ipotesi di un impianto crematorio che l’amministrazione guidata dal sindaco Alessio Terrenzi intende autorizzare perché venga realizzato in quella stessa piccola frazione. Dapprima la butta sul sarcastico: "Mi spiace che il sindaco Terrenzi non sia stato eletto in Regione perché magari, sarebbe stato in tutt’altre faccende affaccendato e non avrebbe più pensato al forno crematorio". Poi, rivolto agli eletti di questo territorio "mi auguro che si adoperino affinché non venga compiuto questo scempio. Sto parlando di un problema che mi tocca molto, anche dal punto di vista personale" dice.

"Non mi va tutto quel viavai che si creerà lì intorno, questo va e vieni di carri funebri e tutto ciò che questo impianto comporterà" commenta l’imprenditore. Che si chiede anche: "Che senso ha avuto aver ‘sotterrato’ tre milioni di euro sottoterra, per non deturpare queste colline, per non cementificarle, come ho fatto io con la mia azienda, per poi vedere compromettere tutto con questo forno crematorio? Credo che 20 anni fa, quando ho costruito la mia fabbrica, ho anticipato i tempi evitando di rovinare l’immagine di queste colline con dei capannoni e adesso arriva il sindaco e decide di autorizzare un impianto di quel tipo".

La voce dell’artigiano delle calzature di lusso si unisce a quella del Comitato ‘No al forno crematorio a Cura Mostrapiedi’, che non ha mai abbassato la guardia, che vigila sull’iter relativo a questa operazione, che sta diffondendo, anche sui social, un volantino in cui vengono spiegate le motivazioni del ‘no’: "Perché fa male alla salute: la combustione delle salme comporta l’emissione nell’aria di diverse sostanze altamente tossiche che potrebbero causare diverse malattie. Perché danneggia il territorio: vi sarebbe un forte impatto negativo sulla produzione agricola e sull’attività turistica. Perché non serve: nelle Marche il numero degli impianti già attivi soddisfa largamente la domanda di cremazione. Vogliamo veramente un turismo funerario nel nostro territorio?".

Proprio oggi, alle ore 11, davanti alla chiesa del SS Redentore a Casette d’Ete, ci sarà un banchetto per proseguire la raccolta di firme contro la realizzazione dell’impianto di cremazione a Cura Mostrapiedi.

Marisa Colibazzi