Omicidio Fermo, sparò alla moglie. Rito abbreviato per l’anziano

Sarà processato a marzo Giuseppe Valentini. L’uomo colto da un raptus aveva ucciso la donna di poco più giovane con il suo fucile

Giuseppe Valentini, l’omicidio si era consumato il 21 maggio 2018

Giuseppe Valentini, l’omicidio si era consumato il 21 maggio 2018

Fermo, 23 febbraio 2020 - Colto da un raptus omicida aveva imbracciato il suo fucile da caccia ed aveva sparato tre colpi contro la moglie, uccidendola. Una tragedia che si era consumata in un ambiente familiare travagliato e logorato dalle tante discussioni e da uno stato di salute mentale della vittima precario. Una goccia dietro l’altra, che avevano fatto traboccare il vaso e che avevano portato all’esasperazione il marito, fino a fargli gridare: "Non ce la faccio più". Poi il gesto estremo contro la donna. Sarà processato a marzo con rito abbreviato il 79enne Giuseppe Valentini, titolare di un’impresa di movimento terra, che sì era reso protagonista dell’omicidio della coniuge, la 76enne Silvana Marchionni. I giudici dopo la disposizione di rito immediato, hanno accolto la richiesta del legale di Valentini, l’avvocato Carlo Brugnoli, della formula alternativa che prevede lo sconto di un terzo della pena.

L’omicidio si era consumato nel primissimo pomeriggio del 21 maggio 2018 nell’abitazione della coppia, a Porto Sant’Elpidio, in zona Corva. Erano da poco passate le 13, quando, all’ora di pranzo, la coppia aveva dato vita all’ennesima discussione maturata nella difficile convivenza tra i due. Una discussione che aveva assunto toni sempre più accesi fino a quando l’uomo era andato a prendere il suo fucile da caccia, regolarmente detenuto, lo aveva puntato contro la moglie ed aveva esploso tre colpi, centrandola al petto e senza lasciarle scampo. A lanciare l’allarme era stato il figlio, che viveva in un appartamento attiguo e che, uditi gli spari, aveva subito allertato il 112. Sul posto, oltre ai sanitari del 118 e della Croce verde di Porto Sant’Elpidio, erano intervenuti i carabinieri e la polizia di Fermo. All’arrivo dei soccorritori la donna era riversa a terra esanime e in un lago di sangue.

I sanitari aveva richiesto l’intervento dell’eliambulanza, atterrata poco dopo in zona. Ma ogni tentativo di rianimare la 76enne era risultato vano: il suo cuore aveva già cessato di battere per sempre. Il marito, che dopo aver ucciso la moglie era rimasto in una sorta di stato catatonico sulla scena del crimine, era stato portato in caserma insieme al figlio. I due, ai quali era stata fatta indossare l’apposita tutta bianca per evitare contaminazioni tecniche ed organiche, erano stati interrogati a lungo e sottoposti al guanto di paraffina, per confermare con certezza chi avesse esploso i colpi mortali.