Ponte Rubbianello che spacca in due le Marche: 7 anni per ricostruirlo

Lavori ancora in corso al Rubbianello: unisce le province di Ascoli e Fermo. Uno dei sindaci: "Vicenda assurda, non ci sarò all’inaugurazione"

Il ponte di Rubbianello (foto Zeppilli)

Il ponte di Rubbianello (foto Zeppilli)

Fermo, 2 dicembre 2020 - È il 2 dicembre 2013. Una violenta alluvione che devasta la provincia di Fermo, fa crollare un parte del ponte di Rubbianello che collega Fermo ad Ascoli. Dopo sette anni esatti il ponte sul fiume Aso deve ancora essere ricostruito. Tutto sotto il peso di perizie, documenti, lungaggini burocratiche e vari stop. La consegna dell’opera dovrebbe avvenire entro la fine di gennaio. È un iter di ricostruzione lunghissimo, quello del ponte che collega i due paesi di Monterubbiano, nel Fermano, e Montefiore dell’Aso, nell’Ascolano.

Un tempo specchio del Paese che non riesce a mettere fine alla realizzazione di un’infrastruttura lunga 151 metri e composta da sette archi e 6 piloni, di cui sei archi e cinque piloni da ricostruire. L’esempio concreto di una burocrazia asfissiante, se confrontato con la realizzazione o ricostruzione di infrastrutture come l’Autostrada del Sole Milano-Napoli, lunga 760 chilometri costruita in otto anni, dal 1956 al 1964. A voler parlare di ricostruzione dei nostri giorni, è inevitabile il confronto con il ponte Morandi di Genova, della lunghezza complessiva di 1182 metri, crollato in parte il 14 agosto del 2018, ricostruito e inaugurato nel tempo di due anni. Accanto a queste realtà, quella del ponte sul fiume Aso, crollato nel 2013 e affondato dalla burocrazia per sette anni. Un tempo lunghissimo durante il quale l’interruzione dei collegamenti è costata molto, moltissimo, all’economia locale dell’intera Valdaso e soprattutto ai residenti dei due paesi costretti a fare anche 15 chilometri anziché 150 metri per passare da una sponda all’altra del fiume. Per non parlare delle attività commerciali gran parte delle quali hanno chiuso o si sono trasferite in altri paesi. A voler ricostruire l’intera vicenda, dopo il primo crollo del ponte, nell’agosto del 2014 venne approvato il finanziamento di tre milioni di euro per la sua ricostruzione, coordinata dalla provincia di Ascoli. Il 10 marzo del 2015 si arrivò all’aggiudicazione dei lavori, ma il 25 marzo, sempre a seguito di un’alluvione, il ponte subì il crollo di altre due campate. E tutto ripartì da capo.

L’iter si è trascinato fino a luglio del 2019 quando venne avviata finalmente l’opera di ricostruzione. "La realizzazione della struttura portante è terminata – spiega il direttore dei lavori della Provincia di Ascoli Gianluigi Capriotti –. Sul versante Ascoli è stata effettuata anche la muratura esterna del ponte e si sta predisponendo l’impalcatura per procedere agli stessi lavori sul versante Fermo. Si sta inoltre lavorando all’impalcato orizzontale del ponte, dove verrà realizzata la strada. Se non ci fosse stato lo stop dei lavori legato al lockdown, il ponte sarebbe finito...". Questo è quanto. Ma gli amministratori ed i cittadini non esultano. "Non sarò presente all’inaugurazione del ponte – dice il sindaco di Montefiore dell’Aso, Lucio Porrà – perché non è possibile che si festeggi una sconfitta politica di questa portata. È una vicenda assurda". "Il crollo del ponte ha rappresentato una grave ferita per le due comunità – dice la prima cittadina di Monterubbiano Meri Marziali – acutizzata dal tempo lunghissimo di realizzazione, improponibile ma purtroppo reale. A questo punto, la speranza è che i tempi di consegna dell’opera siano rispettati. Qui la gente oramai si è rassegnata".

"Il crollo del ponte ed il tempo che ne è seguito per la mancata ricostruzione ci hanno messo in ginocchio – dicono alcuni cittadini residenti – abbiamo lamentato questa situazione per anni, senza essere mai ascoltati da nessuno. Da qui in avanti, forse torneremo a sperare, ma il tempo perduto in disagi, in criticità e oggettive difficoltà, nessuno potrà ridarcelo indietro".