Ponte umano in Valdaso, la protesta dei residenti. "Rivogliamo subito quello vero"

Catena umana formata dagli abitanti di Rubbianello e Montefiore da una sponda all'altra dell'Aso

Un monte umano per protesta

Un monte umano per protesta

Fermo, 14 ottobre 2018 - Oltre 150 persone, di tutte le età, si sono prese per mano da una sponda all’altra dell’Aso per ricostruire simbolicamente il ponte di Rubbianello. Sotto ai loro stivali di gomma, l’acqua del fiume scorre via veloce come il tempo. Sono passati quasi 5 anni da quel 2 dicembre del 2013 quando il ponte crollò durante una piena, spezzando due comunità, quella fermana di Monterubbiano e quella picena di Montefiore. «Gente che si conosce da una vita e che non vediamo più, perché piuttosto che fare 15 chilometri si fermano a Valmir di Petritoli o vanno verso il mare». E questo è solo uno dei risvolti sociali del mancato ripristino della viabilità tra le due provinciali della Valdaso, per non parlare di quelli economici per le attività della zona.

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Stufi di aspettare e irritati dalle promesse non mantenute, i residenti, riuniti in un comitato spontaneo, si sono ritrovati ieri pomeriggio alle 15.30 sulle sponde del fiume. Non propriamente una gita fuori porta: «È una vergogna tutta italiana», grida qualcuno, ma è stata comunque una protesta pacifica e anche un po’ ironica. Sul letto del fiume sono state posizionate infatti due scale a pioli, legate da uno spago, e in pochi minuti è stato creato un ponte, attraversato per tutti da un bimbo. Una sorta di segnale di speranza per il futuro di questo territorio dimenticato, ma che non si vuole arrendere. Il dito viene puntato in generale contro la burocrazia e in particolare contro la Provincia di Ascoli Piceno che ha preso le redini della ricostruzione, dopo che la Provincia di Fermo aveva redatto il primo progetto.

Assenti i rappresentanti delle istituzioni, in particolare dei due enti di secondo livello, così come non è passata inosservata l’assenza della sindaca di Monterubbiano Maria Teresa Mircoli. «Ci dispiace che non sia qui con noi a far sentire la propria voce e la sua proposta del ponte di ferro» dice uno dei suoi compaesani. L’unica politica a prendere parte alla catena umana è stata Marzia Malaigia, consigliera regionale della Lega: «Se pensiamo che da anni ci sono sul tavolo soldi, progetto e ditta e invece tutto è fermo, ci rendiamo conto che qualcuno non ha saputo fare il suo lavoro».

Un po’ il pensiero di Lucio Porrà, il battagliero sindaco di Montefiore che ha messo la sua firma sulla manifestazione a garanzia di un sit-in pacifico e in sicurezza: «Una bellissima iniziativa, spero serva a smuovere le acque – dice Porrà - la gente è stanca dopo 5 anni di immobilismo e dell’incapacità di chi sta dentro la Provincia di Ascoli. Il 31 ottobre per fortuna il presidente D’Erasmo finirà il suo mandato, ma sappiano Piunti e Fabiani, i due candidati, che dal primo novembre in me troveranno il loro peggior nemico se non faranno partire la ricostruzione».