Fermo, Premio Biancucci. "Che gioia trasferire la vita ad altri"

La testimonianza di Laura Pennesi: "Felice di aver donato gli organi del mio Filippo"

Laura ‘testimonial’ (Foto Zeppilli)

Laura ‘testimonial’ (Foto Zeppilli)

Porto San Giorgio (Fermo), 25 marzo 2018 - Laura parla senza guardare il pubblico, ogni tanto la suo voce si rompe ma deve arrivare in fondo al suo discorso, deve lasciare il messaggio di Filippo, il suo piccolo di due anni morto cadendo in piscina, una lezione di vita che alla fine fa piangere tutti. Laura Pennesi e Pedro Murgia, uniti più che mai con la piccola Cleo, sono diventati testimoni della gioia che si prova nel donare gli organi, nel restituire un po’ di vita a chi non c’è più e una speranza a chi altrimenti non ce l’avrebbe fatta. E’ stato il momento più toccante, ieri mattina nel teatro di Porto San Giorgio, della cerimonia conclusiva della 9ª edizione del premio Biancucci, intitolato a Matteo che pure ha donato la vita, spegnendo la sua a 15 anni. Un progetto del’Aido, con Avis e Admo e il supporto di tutti i Rotary club del Fermano, proprio per dire sì alla vita che riparte. Laura lo ha detto chiaro: «Quando ci hanno proposto la donazione abbiamo subito detto di sì, al piccolo Filippo non sarebbero più serviti gli organi, avrei voluto che altri bambini e le loro famiglie avessero quella speranza che noi non abbiamo potuto avere. Il giorno dell’intervento non sapevamo quali organi potesse donare, non sapevamo quanto il cuore avesse sofferto. Tutto quel giorno si è trasformato in gioia, il suo piccolo cuore è andato a Bergamo, un rene a Milano e uno a Bari, il fegato a Roma, la vita è un dare e avere, noi abbiamo dato senza sapere cosa poter ricevere, il 31 ottobre è arrivato il messaggio di una ragazza che ci ringraziava per aver ridato una seconda vita al loro bambino. Io e Pedro siamo entrati a far parte di altre famiglie».

Alberto Viozzi che è responsabile per il Murri degli espianti racconta che il cuoricino funziona a dovere nel nuovo petto, così come il cuore di Francesco Paoloni, scomparso a soli 31 anni, giovane papà che ha salvato la vita ad un altro giovane. Il cuore di Matteo Biancucci è dentro una giovane donna che era all’epoca talmente grave da dover essere operata in un ospedale che non aveva tutte le autorizzazioni per il trapianto ma di tempo da perdere non ce n’era più. Oggi è viva e sana e respira e sogna anche per Matteo.

Samanta Ciurluini ha portato la testimonianza di giovane sportiva che si vede la vita interrotta da una malattia polmonare, il trapianto è l’unica possibilità e la vita le arriva dall’Austria dove tutti sono potenziali donatori. Oggi Samanta ha scalato il Kilimangiaro, è tornata a giocare a pallavolo ed è felice. Come Laura Baleani che l’anno scorso ha scoperto nel giro di pochissimo di avere una leucemia molto severa, con un bimbo di 3 anni e la vita che si interrompe. E’ rinata un anno fa esatto, proprio grazie alla donazione di midollo osseo. Lara Melappioni ha in braccio il suo quarto figlio, a 25 anni ha donato il suo midollo ad un bambino di 11 anni che stava rischiando di morire, ha ricevuto le sue lettere di ringraziamento e scuote tutti i presenti: «Abbiamo il dovere di fare qualcosa per chi è in difficoltà, non merito premi né riconoscimenti. Ho fatto solo una cosa che potevo fare e che a me non ha tolto nulla».