Rivolta ambientalista: "No al Jova Beach"

Manifestazione ieri mattina a Casabianca, le due giornate di concerto nel mirino: "La spiaggia è un cantiere, questo non è turismo"

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’Jova Beach Party. Fermo’. Questo il titolo della manifestazione ambientalista svoltasi ieri mattina a Casabianca per ribadire la contrarietà alla decisione del Comune di accogliere nuovamente il noto concerto in programma sulla spiaggia di Casabianca, per venerdì e sabato. A ritrovarsi sono stati circa cento manifestanti, che in modo pacifico, si sono recati verso la spiaggia dove sono già iniziati i lavori per la sistemazione dello spazio volto ad accogliere le migliaia di persone attese per il concerto. "La manifestazione è nata da chi ha a cuore la natura e l’ecosistema, oggi nuovamente distrutto per la seconda volta dal 2019, per ospitare un concerto che non porterà nulla alla nostra città se non disagi – dice il promotore dell’iniziativa Eugenio Concetti, che si definisce un semplice cittadino Fermano –. Ci siamo mossi con l’approvazione e la collaborazione delle associazioni ambientaliste ed il coordinamento del Centro sociale autogestito Officina Trenino di Porto San Giorgio. Sappiamo che il concerto non potrà essere bloccato – ha proseguito – siamo infatti in piena distruzione dell’area sulla spiaggia trasformata in cantiere, ma siamo qui per sensibilizzare l’opinione pubblica a riflettere sulle modalità dell’iter messo in pratica dal Comune per l’accoglienza del ‘Jova Beach Party’. Ricordiamo che il Comune stesso, dopo aver investito denaro pubblico nel 2020 per la riqualificazione naturale dell’area, ha permesso alle ruspe di tornare a distruggere natura e investimenti. Siamo qui – ha concluso – per dire che esiste gente consapevole che uno spazio pubblico è pubblico, come lo è la spiaggia e perché crediamo che questo sia solo un evento predatorio, che sacrifica il territorio, non lo promuove come il sindaco vuole far credere. Noi non siamo complici di questo scempio". "La manifestazione – dice Paolo Pennente, membro del Centro sociale il Trenino – unisce la voce dei cittadini che si impegnano con responsabilità nella tutela dell’ambiente, alle conferme scientifiche del danno che la decisione dell’Amministrazione comunale ha causato per il secondo anno all’ecosistema. Non siamo il ‘no’ al Jova Beach Party né al turismo sostenibile. Andate a vedere la spiaggia, è già un ‘cantiere militarmente occupato’. Questo non è turismo". "Abbiamo fatto di tutto per prevenire il danno ambientale, ma ormai è stato fatto visto che siamo nella piena fase di azione delle ruspe – ha detto Fabio Vallarola responsabile scientifico e portavoce di Tag Costa Mare –. La linea di costa è un patrimonio pubblico demaniale e per legge la sua tutela è statale, mentre le autorizzazioni all’suo sono comunali. Gli atti autorizzativi però non sono né pubblicati né esposti in cantiere".

Paola Pieragostini