Sant'Elpidio a Mare, "Il sindaco offende i dipendenti"

Riorganizzazione in Comune, affondo di sindacati e minoranza

Il sindaco e i sindacati

Il sindaco e i sindacati

Sant'Elpidio a Mare (Fermo), La riorganizzazione del personale era uno dei punti prioritari e imprescindibili del programma del sindaco Alessio Terrenzi e della sua maggioranza. Nei fatti, si è visto poco o niente, ma in compenso i rapporti con i dipendenti comunali appaiono sempre più compromessi e distanti.

Nel novembre 2017, era stato indetto lo stato di agitazione per la mancata sottoscrizione dell’accordo per l’uso del fondo incentivante per il 2015-2016; è di dicembre la delibera (prontamente revocata, dopo la sollevazione di Rsu e sindacati) in cui si disponeva di negare ogni richiesta di mobilità ai dipendenti.

E’ di questi giorni l’ulteriore frattura. Di fronte all’indizione di uno sciopero dei dipendenti comunali («di solo tre ore, per senso di responsabilità della parte sindacale nei confronti della cittadinanza» chiariscono Fp Cgil, Cisl Fp e Rsu) il sindaco ha risposto con un «imbarazzante attacco sgrammaticato e inopportuno – dice il consigliere Monia Tomassini (Democratici e Popolari) – usando un inaccettabile tono di scherno per denigrare e umiliare persone che lavorano nell’ente e per l’ente. Dichiarazioni qualunquiste e meschine dal punto di vista umano e istituzionale».

Parlare dei dipendenti pubblici come di privilegiati «è demagogia mirata a coprire l’incapacità di riorganizzare la macchina amministrativa, punto finora fallito del suo programma – aggiungono i sindacati –; non avendo risposte e argomenti convincenti, ha preferito mettere in ballo un antistorico dualismo tra lavoratori pubblici e privati. Gli chiedano i cittadini che si lamentano di servizi poco efficienti e veloci, come mai gli uffici non sono stati messi in condizione di essere efficienti e produttivi? Sbandiera che il suo Comune è un esempio di efficienza e qualità: grazie a chi avrebbe raggiunto questi risultati? Da solo o con personale insoddisfatto ed esasperato?».

«Se il personale ha deciso di alzare l’asticella della protesta – prosegue la Tomassini – non lo ha fatto certo per faciloneria. E’ grave che un sindaco, invece di cercare un confronto e soluzioni condivise, decida di sparare a zero sulla sua risorsa più importante, senza chiedersi come mai si sia arrivati a tanto. Si preoccupa per i cittadini disagiati, ma come mai non sono state attivate finora politiche concrete in tal senso? Si spendono migliaia di euro in feste più o meno riuscite. Perché non destinare più risorse a progetti per le politiche sociali?».