"Suicidio assistito, aspetto da mesi"

Paziente dell’entroterra fermano si rivolge all’Asur regionale e chiede di poter accedere all’iter

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di Fabio Castori

"Il mio corpo ormai è solo dolore e sofferenza, non ho speranza di migliorare. Per questo voglio morire, ma prima di farlo vorrei fare un viaggio nei i luoghi che amavo, salutare uno ad uno tutti gli amici. Sentirmi, ancora una volta, libero come il vento. Tutto questo, però, non mi viene permesso dall’ostruzionismo dell’Asur Marche. E’ mio diritto scegliere e chi di dovere mi ascolti". E’ il disperato appello di Antonio, nome di fantasia, 44 anni, dell’entroterra fermano, che dopo due anni è ancora in attesa del pronunciamento dell’Asur Marche sul diritto di ricevere una morte assistita, nonostante l’ordinanza emessa dal tribunale di Fermo che ha obbligato l’azienda sanitaria a procedere. E’ per questo motivo che Antonio, tetraplegico dal 2014, assistito dal collegio legale dell’associazione Luca Coscioni, ha presentato una nuova denuncia verso l’Asur Marche.

Dopo 20 mesi dalla sua richiesta di accesso al suicidio assistito e dopo 3 mesi dalla conclusione di tutte le visite mediche previste, Antonio è, infatti, ancora in attesa di una risposta. La nuova azione legale arriva a seguito della diffida ad adempiere indirizzata all’Asur Marche lo scorso 6 maggio, a cui la stessa Asur non ha fatto seguito. Dalla data dell’invio della richiesta di suicidio assistito, ovvero il 2 ottobre 2020, ad oggi, Antonio ha presentato due diffide e due denunce verso la Azienda sanitaria, oltre ad una lettera di messa in mora e diffida ad adempiere al ministro della Salute e al ministro della Giustizia. Inoltre ha ottenuto un’ordinanza del tribunale di Fermo, per la quale l’Azienda sanitaria è stata obbligata a procedere alla verifica delle condizioni e all’individuazione delle modalità di autosomministrazione e del farmaco. Le verifiche sono state effettuate e si sono concluse il 4 aprile 2022. "E’ inaccettabile – spiega l’avvocato dell’associazione, Filomena Gallo, insieme ai colleghi Francesca Re e Giordano Gagliardini - che dopo quasi 3 mesi dal completamento delle verifiche, ancora nessuna comunicazione è stata trasmessa ad Antonio che continua ad attendere risposte, ormai da anni. Abbiamo appreso dal Comitato etico regionale delle Marche, che i pareri all’Asur sono stati completati ed inviati il 16 giugno scorso. Nonostante questo, l’Azienda sanitaria non informa Antonio sugli esiti dei pareri. L’Asur Marche continua a trattenere relazioni e pareri dilatando illegittimamente i tempi di attesa dei malati. Questo ostruzionismo va fermato".

Sulla questione interviene anche il capogruppo regionale del Pd, Maurizio Mangialardi: "Si fa ormai fatica a trovare le parole per stigmatizzare la vergognosa indifferenza di questa giunta regionale di fronte al dolore di persone che, pur avendo tutti i requisiti previsti dalla sentenza del 2019 della Corte costituzionale per accedere al suicidio assistito, vengono continuamente ostacolati dal servizio sanitario regionale. Non sono bastate le sofferenze di Fabio Ridolfi e Federico Carboni, recentemente scomparsi, per scuotere le coscienze di Acquaroli e Saltamartini. No, la storia ora si ripete con Antonio". Otto anni fa, prima dell’incidente in moto che lo ha paralizzato dal tronco in giù, Antonio era un giovane pieno di vita: praticava lo snowboard, il parapendio, e poi gli amici, le serate, la chitarra. Insomma una vita al massimo. Oggi vuole morire e vuole farlo in modo dignitoso, senza soffrire.