
Era salito sull’autobus di linea per raggiungere Porto San Giorgio ma, quando si era seduto, gli era caduto un grosso coltello serramanico dal giubbino. Lui, come se nulla fosse, aveva preso l’arma e se l’era rimessa in tasca sperando di non essere visto. C’erano però gli occhi attenti dell’agente della sicurezza privata a vigilare e la cosa non gli era sfuggita. Il vigilante aveva allertato la polizia che era immediatamente intervenuta sul posto e aveva bloccato l’uomo. Era accaduto nel settembre scorso nel tratto tra Fermo e Porto San Giorgio e nei guai era finito un 40enne magrebino già noto alle forze dell’ordine e residente a Fermo, che è stato rinviato a giudizio per porto abusivo di arma bianca. Erano da poco passate le 17.30 quando il nordafricano era salito sull’autobus ed era stato notato dall’agente privato che, visto il coltello, aveva fatto scattare l’allarme senza che nessuno se ne accorgesse. La polizia era entrata subito in azione e aveva iniziato a seguire il mezzo pubblico, augurandosi che il magrebino scendesse per poi bloccarlo, evitando così azioni pericolose per l’incolumità degli altri passeggeri. Non era stato così, però, perché il nordafricano era giunto fino al capolinea della fermata nei pressi della stazione di Porto San Giorgio. A quel punto gli uomini della questura avevano chiesto l’ausilio di una pattuglia dei carabinieri ed erano entrati in azione. D’accordo con l’agente privato avevano fatto bloccare la portiera anteriore dell’autobus, per evitare un eventuale fuga del magrebino, e avevano fatto irruzione nel mezzo dal retro. Con un’azione fulminea avevano bloccato il passeggero sospetto e lo avevano perquisito, rinvenendo il coltello, che nel frattempo il nordafricano aveva cercato di occultare in un calzino. L’uomo era stato condotto in questura, dove è stato fotosegnalato e denunciato alla Procura della Repubblica di Fermo per porto abusivo di arma bianca.
Fabio Castori