Incubo A14 tra code e ponti sequestrati. L’Italia delle Feste spezzata a metà

Disagi soprattutto tra Fermo e Ascoli. Carreggiate ristrette, cinque ore per andare da Ancona a Pescara. La rabbia degli amministratori

Lunghe code e incolonnamenti registrati sull'A14

Lunghe code e incolonnamenti registrati sull'A14

Fermo, 23 dicembre 2019 - Giorni da incubo per la viabilità lungo l’autostrada A14 in particolare nelle zone tra Fermo e Ascoli Piceno. Code chilometriche a causa del sequestro di quattro viadotti nel tratto tra Civitanova e San Benedetto del Tronto. Due ore per percorrere poco più di 20 chilometri e l’Italia spezzata letteralmente in due dalla decisione del gip di Avellino di sottoporre a sequestro diversi viadotti autostradali non ritenuti a norma. Esplode la rabbia dei sindaci che ormai da mesi denunciano questa situazione senza essere ascoltati.

Il commento A14 paralizzata, lo specchio del Paese - di G. Canè "Ci stanno uccidendo – è il coro unanime che si leva dai sindaci dei territori penalizzati dai sigilli –. Stanno piegando questo territorio con una decisione che penalizza fortemente tanti settori, dal turismo all’economia. Stiamo vivendo qualcosa di paradossale". Parole dure che fotografano la situazione che stanno vivendo automobilisti di passaggio, pendolari che percorrono la A14 per andare a lavoro e autotrasportatori. Una situazione che è esplosa in modo drammatico sabato con l’esodo per le vacanze di Natale. "Per percorrere 75 chilometri ci sono volute 3 ore di tempo, pagando perfino il pedaggio – sbotta un automobilista in coda in A14 e diretto a Porto d’Ascoli –. Dove sono i rappresentati politici del nostro territorio?". Si fa sentire sul punto la deputata dem, Stefania Pezzopane: "Quello vissuto sabato dagli automobilisti che si sono trovati in viaggio lungo la A14 è stato un incubo. A causa di alcuni restringimenti di carreggiata si sono create code infinite soprattutto nel tratto abruzzese. C’è chi è stato cinque ore in macchina per percorre i 150 chilometri tra Ancona e Pescara".

Leggi anche I sindaci ad Autostrade: "Fate in fretta" Tutto è iniziato il 4 ottobre scorso, quando dalla mezzanotte il traffico era stato canalizzato a una corsia in prossimità dei viadotti individuati da Autostrade per l’Italia con limite di velocità per auto e mezzi pesanti. Una decisione imposta dal gip di Avellino, appunto, nell’ambito di un’inchiesta dopo la strage avvenuta nel 2013, quando un autobus precipitò dal viadotto ‘Acqualonga’ dell’A16 Napoli-Canosa. I viadotti sarebbero insicuri e dunque necessitano di interventi. Da qui la chiusura di alcuni tratti di corsia dell’autostrada. Venerdì è arrivata come manna dal cielo la decisione del gip di dissequestrare tre dei quattro viadotti che hanno provocato il caos in autostrada, ma di fatto la situazione non è cambiata. I tratti sono ancora chiusi, si viaggia su una corsia e i lavori per la messa a norma inizieranno soltanto nei prossimi giorni. Il peggio sta passando, ma l’incubo non è ancora finito. Oggi si annuncia un’altra giornata da bollino nero.