Vaccini, in fila al freddo tra le proteste

Tensione nel giorno del debutto alla Don Dino Mancini. Livini: subito degli aggiustamenti. Calcinaro: si chiedono troppe spiegazioni

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di Angelica Malvatani

Sarà il freddo che non ti aspetti ad aprile, sarà l’attesa che non passa mai, fatto sta che sono saltati presto i nervi al centro vaccinale di Fermo, aperto ieri nella scuola don Dino Mancini di viale Trento. Una giornata che è cominciata molto prima delle 8, con la professionalità e la buona volontà degli operatori sanitari e dei volontari di protezione civile, i disagi però si sono visti subito. Intorno alle 11,30 è passato anche il prefetto Vincenza Filippi, mentre si formavano lungo code e si avvertivano i mugugni degli accompagnatori. Toccava agli ultra 80enni, sono prime dosi e richiami per le persone avanti con gli anni, piene di acciacchi, molte sulle sedie a rotelle.

I prenotati si sono presentati con largo anticipo, alla fine dentro la scuola non ci stanno tutti e i due piccoli gazebo montati fuori non bastano, si forma una folla e la preoccupazione cresce. "Si possono tenere persone di 80 anni in questa maniera?", chiede a gran voce una donna, si qualifica come operatrice sanitaria, è qui col padre: "Abbiamo portato persone che già stanno male, le possiamo tenere qua fuori per due ore? O magari le facciamo ammucchiare tutte sotto un gazebo, così finisce che si ammalano?". La fila si allunga anche all’accettazione, chi arriva vuole spiegazioni, molti provano a rifiutare AstraZeneca che in questi giorni se ne sono sentite troppe, in televisione o sui giornali, provano a chiedere un altro vaccino che però non si può ordinare, sono i medici che stabiliscono se fare Pfizer o AstraZeneca.

Passano per capire cosa succede il sindaco Paolo Calcinaro e il direttore di Area Vasta 4 Licio Livini, nel pomeriggio si rivedranno con i vertici regionali di protezione civile, intanto si provvederà a sistemare un gazebo più grande per i prossimi giorni, chi ha molto da aspettare resterà in auto. "Tutto si può migliorare – commenta Livini – e noi lo faremo da subito. Questo è un punto vaccinale per noi fondamentale, è chiaro che con il primo giorno i percorsi si possono rivedere. Dobbiamo fare grandi numeri qui, partiamo con 450 prenotazioni, ne faremo oltre 700 già il secondo giorno e contiamo di salire sempre quando arriveranno grandi quantità di vaccino. Per questo è essenziale affrontare subito le difficoltà organizzative. Oggi è difficile programmare senza sapere la disponibilità dei vaccini".

Alle 12 erano state vaccinate 120 persone, Laura Mariani ha gestito brillantemente il punto vaccinale di Montegranaro e oggi è a Fermo con la sua squadra: "Tutti motivati e già pronti, la sentiamo come una missione. Abbiamo quattro postazioni mediche per la valutazione dei singoli casi, due postazioni amministrative e dieci poltrone per i vaccini, distribuite in due ambulatori. È chiaro che il freddo non ci ha aiutato. Il primo giorno serve per aggiustare il tiro, ma io sono fiduciosa, partiremo presto a pieno regime". Da metà mese arriveranno qui i 70enni, il sindaco Calcinaro spiega che bisogna essere tutti dalla stessa parte: "Mi hanno spiegato che a creare le lunghe code sono anche le persone che rifiutano il vaccino AstraZeneca, che hanno bisogno di chiarimenti e di spiegazioni. Non si viene qui ad ordinare il vaccino preferito come al bar, si viene perché è l’unica strada per tornare a vivere in pieno, altrimenti restiamo in zona rossa, col lockdown, le restrizioni e le attività chiuse, le scuole chiuse, tutti chiusi".