Fermo, non minacciò l’infermiera. Assoluzione per Vincenzo Rea

Nessuna pressione dell’ex direttore del distretto dell’Area Vasta per indurre la donna a trasferirsi. Anche il pm fa cadere le accuse

Vincenzo Rea

Vincenzo Rea

Fermo, 14 novembre 2018 - Era accusato di aver minacciato un’infermiera, all’epoca dei fatti in servizio nel reparto di podologia di Montegranaro, per costringerla ad abbandonare la sede di lavoro, facendole credere che c’erano delle indagini della Procura su di lei e il primario.

L’ex direttore di distretto dell’Area Vasta 4, Vincenzo Rea, difeso dall’avvocato Francesco De Minicis, è comparso ieri in tribunale per rispondere del reato di tentata violenza privata aggravata. Al termine della requisitoria, il pm Ines Nardini ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

Un’ assoluzione che è stata decretata poi dal giudice. «Si chiude così – ha commentato l’avvocato De Minicis – la coda di diversi procedimenti a carico del mio assistito, caratterizzati dall’assoluzione. Nel caso specifico i passaggi del colloquio tra il dottor Rea e l’infermiera che hanno portato all’incriminazione, facevano parte di una chiacchierata con la dipendente, che l’imputato aveva chiamato nel suo ufficio a seguito di alcune segnalazioni infondate di presunti comportamenti scorretti dell’infermiera».

Il fatto risale al gennaio 2013 e la donna, che poi era stata traferita in altra sede, aveva raccontato di essere stata convocata da Rea e che, intuite le sue intenzioni, si era presentata munita di registratore. Il direttore aveva esordito dicendo: «Voglio che te ne vai via di qua, tu ti fai le tue considerazioni, come ha fatto Dell’Utri, puoi accettare o non accettare, poi io traggo le mie conclusioni. Come si dice, un’uscita decorosa e onorevole e te ne vai».

L’infermiera aveva riferito che Rea avrebbe cercato di farle credere che vi erano indagini in corso relative all’ambulatorio di Montegranaro. Sulla base di ciò le aveva ripetuto: «Il rischio maggiore lo corri tu, l’anello più debole della catena paga. Vattene via di là, vattene via».

La vittima aveva allora denunciato tutto ai carabinieri, ai quali aveva presentato anche la registrazione del colloquio, ma evidentemente aveva mal interpretato quelle frasi