Rivoluzione settimana corta: accordo pilota nel calzaturiero

La marchigiana Gsb riorganizza il lavoro. A regime 36 ore a settimana dal lunedì al giovedì

Porto Sant’Elpidio (Fermo), 20 dicembre 2023 – "Quale miglior welfare aziendale della riduzione dell’orario di lavoro? Cosa c’è di meglio del ridare il tempo ai nostri dipendenti? Cosa ci guadagniamo? L’armonia in azienda, una maggiore produttività, anche in termini di qualità". Sandro Cicconi, amministratore unico della Gsb srl (opera nel settore della produzione di calzature e componenti) non ha dubbi sugli effetti positivi che avrà sui 70 dipendenti, la diversa gestione dell’orario di lavoro, che prenderà il via dal 1 gennaio.

Sandro Cicconi, amministratore unico di Gsb, con la collaboratrice Barbara Tonna
Sandro Cicconi, amministratore unico di Gsb, con la collaboratrice Barbara Tonna

Si tratta di una soluzione "che consentirà di salvaguardare la produttività aziendale, ottimizzando la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro" attraverso una possibile riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, con assorbimento dei permessi rol (quando il dipendente si astiene dal lavoro per alcune ore e viene comunque retribuito, ndr). È quanto prevede l’accordo sottoscritto nei giorni scorsi dall’azienda, Filctem Cgil e Femca Cisl e Confindustria.

Nel dettaglio: dal 1 gennaio al 31 marzo, l’orario di lavoro sarà rimodulato in via sperimentale: dal lunedì al giovedì, 9 ore giornaliere (ore 7-12, 12,30-16,30) e il venerdì 4 ore (8-12), per 40 ore settimanali, (le stesse praticate ora, lavorando però dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 15,30, e mezz’ora di pausa pranzo). Terminata la sperimentazione e fatte le dovute valutazioni, l’orario di lavoro sarà ulteriormente rimodulato: dal lunedì al giovedì per 9 ore giornaliere e 36 ore settimanali e "ogni settimana si avvicenderanno gruppi di dipendenti che, oltre al normale orario, lavoreranno il venerdì per ulteriori 4 ore, ma solo una volta al mese, mentre per tutti gli altri quello sarà un giorno di riposo".

Sia al mattino che al pomeriggio vengono garantiti 10 minuti di pausa retribuita e l’azienda metterà a disposizione un locale dedicato per consumare i pasti nell’orario di pausa stabilito. Un’operazione apripista nel distretto calzaturiero il cui obiettivo, dice l’azienda, è la qualità, intesa come qualità del lavoro, qualità dei rapporti tra lavoratori e tra questi e il datore di lavoro e, soprattutto, qualità della vita.

"I nostri dipendenti lavoreranno per poco più di 36 ore, ma ne avranno retribuite 40. So bene che lo scotto lo devo pagare io, ma sono convinto che ne trarremo comunque un vantaggio, tutti. Partiamo in maniera graduale considerando che nei primi tre mesi dell’anno, per questa azienda, ci sono i maggiori picchi di lavoro per cui – ragiona Cicconi – se fronteggeremo bene il periodo, avremo un buon riscontro sull’efficacia della nuova gestione del tempo di lavoro. E una fase transitoria serve per consentire a clienti e fornitori di entrare nell’ottica della nuova organizzazione".