
Ennio Morricone, il grande omaggio stasera al Nuovo
Stasera alle 21, al teatro Nuovo torna, con un nuovo sold out, ’Omaggio a Morricone. Musiche da Oscar’, che vede la partecipazione straordinaria del soprano Susanna Rigacci. Protagonista strumentale sarà l’ensemble ’Le muse’, che vanta numerosi riconoscimenti internazionali. Al pianoforte il maestro Andrea Albertini, ideatore, creatore e direttore dell’ensemble.
Cosa ci dice di questa serata?
"Abbiamo iniziato questo tributo alla musica di Ennio nel 2016, quando c’è stata la nomination per ’The hateful eight’ di Tarantino, poi l’Oscar. Sono tanti anni che rispettiamo la sua musica, che la amiamo e la diffondiamo. È un viaggio cronologico nella musica di Morricone fino alla sua grande maturità artistica".
Cosa prova quando dirige la musica di Morricone?
"Io lo amo davvero. Ho fatto di tutto per arrivare a conoscerlo. Ho voluto Susanna Rigacci, la sua solista. Ogni volta per me è come fosse la prima – per la quale si ha una grande emozione –, ma anche l’ultima, in cui si deve dare tutto perché non ci sarà un’altra occasione".
C’è un brano al quale è più legato, che ritiene superiore?
"Posso dirle quello che pensava Ennio: ogni concerto diceva di cambiare, ma alla fine faceva sempre le stesse cose perché era innamorato di tutti i brani e il suo amore per la musica filmica lo è stato per tutta la sua carriera".
Per dirigere una serata così serve più tecnica o cuore?
"Quasi interamente cuore. La tecnica, fondamentale nelle prime esibizioni, entra poi a far parte del proprio dna e diventa gesto muscolare, ma il cuore si rinnova".
In cosa ritiene Morricone insuperabile?
"Ennio lavorava col cronometro per fondere le sue idee con la pellicola. Ciò che cercava era un’adesione perfetta al testo cinematografico. Non voleva ’adattare’. Guardava il film, discuteva col regista e con lo sceneggiatore, poi componeva. Per me è stato insuperabile, perché era un sarto abilissimo che ritagliava – nel modo più perfetto e preciso possibile – i tessuti musicali che sceglieva, realizzando un abito su misura straordinario. In questo è stato davvero unico".
Cosa può insegnare ancora oggi Morricone?
"Il fatto che generare emozioni non significa adeguarsi ai tempi. È stato straordinario. Non voleva ascoltare musica per non essere influenzato, voleva essere se stesso con le emozioni, il cuore, la mente e la pellicola che aveva davanti – che controllava non con il metronomo, ma con il cronometro. La musica di Ennio insegna che l’emozione non è coeva al tempo in cui viviamo".
Laura Guerra