FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Arquà replica al presidente Decaro "Lodi non è turbato dalle lettere"

La consigliera risponde al numero uno di Anci, che è intervenuto in difesa dell’amministrazione "Sia io che il vicesindaco sapevamo delle telecamere davanti alla sede Lega: posso dimostrarlo"

Migration

di Federico Di Bisceglie

Arriva fulminea la controreplica al presidente dell’Anci Antonio Decaro. Il numero uno dei comuni italiani ha sostenuto, su queste colonne, che sia "impensabile reintegrare Arquà" in Consiglio e che le minacce agli amministratori "non sono da sottovalutare". Pronta la risposta della consigliera Rossella Arquà. Pur premettendo che "in linea di principio quello che lei (Decaro) ha sostenuto sia sacrosanto". Ma la consigliera fa leva su sette punti molto specifici legati alla vicenda. "Il vicesindaco è pregiudicato e imputato in numerosi procedimenti penali per gravi reati – spiega – . Alcuni (meno gravi) commessi alla presenza di forze dell’ordine che non sono intervenute. I suoi atteggiamenti di sfida da una parte, e di millantata alleanza con le forze dell’ordine sono di dominio pubblico. Fatto questo, nel silenzio delle istituzioni coinvolte, inquietante". Non solo. "Nessuno può dire che io abbia inviato lettere con proiettili al vicesindaco o ad altri – scandisce la consigliera – C’è una archiviazione del tribunale che parla". Lettere "presunte minatorie – prosegue – che sono pervenute alla sede della Lega di Ferrara, e delle quali mi assumo piena responsabilità, sono state messe nella buchetta. Esse sono rivolte a me e lui". Ma il dettaglio più interessante del documento arriva adesso. "Entrambi – rimarca Arquà – eravamo consapevoli della presenza di telecamere su auto posteggiate avanti alla stessa. In un frangente, addirittura, ci siamo preoccupati di sostituire le pile per consentirne il funzionamento che ha avuto come diretta conseguenza la ripresa delle mie azioni". Ne deriva, secondo Arquà, che "Nicola Lodi non ha subito alcun minimo turbamento da questi specifici fatti – così la consigliera –. Sono in grado di farle ascoltare la sua viva voce in occasione degli stessi". Non solo. "Lodi – dice ancora – ha tentato, allo scoppio dello scandalo, di raggiungere subito un accordo con me affinché mi assumessi l’esclusiva responsabilità dell’invio di tutte le lettere anonime, comprese quelle più a me archiviate. Le chiedo: dopo aver subito inconsapevole a questi fatti lei si sarebbe comportato allo stesso modo? Non credo".

La chiosa, riguarda il pronunciamento giudiziario (amministrativo) che ha ribaltato l’esito della sentenza del Tar. "Il Consiglio di Stato – chiude Arquà – ha deciso su questa vicenda. Si legga la sentenza tutta". Un altro capitolo, insomma, si aggiunge alla querelle politico-giudiziaria che sta di fatto monopolizzando (assieme a Feris), il dibattito della città. Nel frattempo, del Consiglio comunale non si hanno notizie. Solo voci che dicono che potrebbe essere convocato tra il 28 e il 30 di dicembre. Ma non c’è nulla di certo. Anche se, come dicevano i latini: vox populi, vox Dei.