Attentato Strasburgo. "Abbiamo sbagliato strada ma dovevamo essere lì"

Lorenzo, il ferrarese di Lega Giovani Emilia in visita nella città francese

Da sinistra Pietro Rovesti (Lega Giovani Reggio Emilia), Lorenzo Lombardi (Lega Giovani Ferrara), Tommaso Vergiati (Vice-coordinatore regionale Lega Giovani Emilia), Alex Pedrazzi (coordinatore Lega Giovani Modena), Umberto La Morgia (Lega Giovani Bologna)

Da sinistra Pietro Rovesti (Lega Giovani Reggio Emilia), Lorenzo Lombardi (Lega Giovani Ferrara), Tommaso Vergiati (Vice-coordinatore regionale Lega Giovani Emilia), Alex Pedrazzi (coordinatore Lega Giovani Modena), Umberto La Morgia (Lega Giovani Bologna)

Ferrara, 13 dicembre 2018 - Solo un colpo di fortuna ha tolto Lorenzo Lombardi, esponente della Lega Giovani Emilia e membro della sezione di Ferrara, dal centro di Strasburgo, martedì sera. Lui, assieme ad altri colleghi, doveva essere lì, nel cuore della strage. Ma non ci è andato e ora, scampato il pericolo, può raccontare la sua notte di terrore (FOTO).

Innanzitutto, come sta?

«Sto bene e adesso (ieri, ndr) qui a Strasburgo è tutto più tranquillo».

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Martedì sera, al momento della strage, dove si trovava?

«Ero appena uscito dal mio hotel e mi stavo dirigendo verso il pullman che doveva portare me e i miei colleghi verso il centro città. La struttura dista circa sette chilometri dal cuore di Strasburgo ed io, insieme ad altri 38 esponenti della Lega Giovani Emilia e Veneto, stavamo per iniziare il viaggio verso il ristorante».

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Poi? Cosa è successo?

«Un attimo prima di partire ci hanno avvisato che nelle vie del centro era in corso una sparatoria. Le notizie erano naturalmente frammentarie, ma siamo immediatamente rientrati in albergo. A quel punto, il mio primo pensiero è stato avvisare la famiglia: ho rassicurato tutti, dicendo che stavo bene e che ero al sicuro, anche perché non sapevo come la notizia fosse arrivata in Italia. È stato un vero colpo di fortuna».

Perché parla di fortuna?

«Perché in quel momento noi ci dovevamo trovare proprio nel luogo della strage».

Attentato a Strasburgo

E invece?

«Invece, durante il viaggio dall’Italia, l’autista ha sbagliato strada: eravamo in Svizzera e stavamo per entrare in Francia, ma il conducente del pullman ha imboccato la via per la Germania. Tra i controlli del caso e il cambio di strada abbiamo perso circa un’oretta. Saremmo dovuti partire dall’hotel alla volta del centro alle 19.30 e, invece, eravamo ancora in camera alle 20. Questo ci ha salvato».

Come è proseguita la serata?

«Come ho detto le notizie arrivavano frammentarie. Il primo avviso ci è giunto da un portaborse che si trovava già nella zona rossa ed è grazie a lui che siamo rimasti in hotel. Poi, poco dopo, siamo stati contattati dalla Farnesina: ci hanno chiesto dove eravamo, come stavamo e ci hanno consigliato di rimanere all’interno della struttura».

Ieri, invece, la situazione in città com’era?

«Il centro storico è rimasto chiuso, blindato e presidiato da ingenti forze di polizia. Noi avevamo in programma di fare un giro, ma naturalmente è saltato tutto. Nel pomeriggio, invece, siamo riusciti ad andare a visitare il Parlamento europeo. Questo in virtù del fatto che questo luogo, come il nostro albergo, si trova leggermente fuori dal perimetro della sparatoria e, quindi, più al sicuro».

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Poi il rientro in Italia…

«Sì, secondo i piani originali ieri sera dovevamo ritornare verso il centro, ma data la situazione abbiamo preferito rientrare in Italia. È stata un’esperienza che non dimenticherò, ma ora sono più tranquillo».