Automobilisti pronti alla battaglia "Il ricorso? Solo in determinati casi"

Parlano i legali Pioggia e Bimbatti: "Come primo passo si controlla se lo strumento è omologato". Si gioca tutto sul filo del rasoio: la notifica deve arrivare entro 90 giorni, per la replica c’è tempo un mese

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FERRARA

In quali casi è possibile fare ricorso? E, soprattutto, conviene? Una volta che la multa è sdraiata nella buchetta della posta di ogni automobilista, il dubbio è legittimo. Le domande, nella testa di chi ha commesso un’infrazione, sono diverse. Per dirimere questioni che – nei casi di eccesso di velocità, specie se in presenza di velox e tutor – sono prettamente tecniche, è bene sempre affidarsi ad un legale. Anche se non è formalmente obbligatorio, l’appoggio di un avvocato è un atteggiamento fortemente consigliato. "Il rischio in caso contrario – analizza Martino Pioggia, avvocato civile tributario – è quello di incappare in un errore che non porti alla vittoria della causa, nonostante si abbia magari ragione. L’iter processuale è decisamente tecnico".

Senza voler scendere in dettagli troppo legati alla materia, è bene comunque sapere che il tempismo è tutto: la notifica deve innanzitutto arrivare a destinazione entro 90 giorni dall’infrazione, poi l’utente ne ha trenta per presentare eventuale ricorso al giudice di pace. I motivi che spingono un automobilista a ‘provarci’ possono essere diversi: non si era materialmente alla guida della vettura, non si era proprio in quel posto (errore di targa), l’auto è stata rubata e via dicendo.

"Sicuramente – incalza Pioggia – l’analisi del caso comincia dall’omologazione del tutor in oggetto. Se manca questo aspetto, già si può pensare di attivare il ricorso". Difficile, se non impossibile, contestare la velocità effettiva. Meglio percorrere altre strade. Complicato, ma in questo caso non impossibile invece, puntare sulla tempestività della ricezione della multa. Spieghiamoci. Nel caso della Sp25, alcuni automobilisti hanno ricevuto anche una ventina di sanzioni nello stesso momento: avessero saputo prima dell’infrazione, forse avrebbero cambiato il proprio comportamento.

Utopia? Per gli avvocati no. "Si tratta di un discorso di buona fede – analizza Francesca Bimbatti, dello studio legale Denis Lovison –. E’ possibile farlo, ma va studiato caso per caso". Tutto legittimo, invece, il fatto di ricevere multe più salate in caso di infrazioni notturne. Un aspetto, forse, ancora poco conosciuto, ma che esiste: dalle 22 alle 7, ad esempio, spingere sull’acceleratore è economicamente più svantaggioso.

E se alla fine della consulenza con il proprio legale si decide di andare avanti con la questione, quanto tempo dura in media un procedimento del genere? "L’udienza solitamente è unica – incalza Bimbatti – e dovrebbe essere fissata nel giro di due o tre mesi". Poi, al giudice spetta l’ardua sentenza. E su questo, lo sappiamo tutti, non esistono statistiche.