Bergamini, due testi ritrattano Il pm: "Indagateli per falso"

E’ accaduto ieri al processo sulla morte del calciatore argentano, ucciso il 18 novembre del 1989

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ARGENTA

di Cristina Rufini

Nel corso della quindicesima udienza del processo a Isabella Internò, la donna cosentina accusata di avere ucciso in concorso con ignoti, Donato Denis Bergamini c’è stato il colpo di scena: per due testimoni citati proprio dalla pubblica accusa, il pm Luca Primicerio ha chiesto che il Tribunale di Cosenza invii gli atti alla Procura per procedere contro Luisa Marsico e Antonio Mizzitelli, per indagarli con l’accusa di falsa testimonianza. Un colpo di scena, in realtà, neanche tanto perché il processo iniziato 32 anni dopo la morte del calciatore argentano, avvenuta il 18 novembre del 1989, fin dalle prime battute viene portato avanti in un clima non certo disteso. Tanto che c’era già stata una defezione nelle prime udienze, con l’ostinazione della moglie di un ex calciatore del Cosenza a non voler più testimoniare, per paura.

Ieri poi il ribaltamento di due ricostruzioni fatte in sede di indagini. Marsico, compagna di scuola nel 1989 della Internò, ieri ha detto di non ricordarsi l’atteggiamento che l’imputata aveva tenuto durante il funerale, quando invece all’epoca dichiarò circostanze ben precise. Amnesie anche per Mazzitelli che quando fu sentito poco dopo la morte del calciatore argentano, raccontò di aver visto al funerale la Internò ’badata’ a vista dal cugino Pippo Internò e ieri invece ha iniziato la testimonianza asserendo che non riconosceva quell’uomo accanto a Isabella. Per entrambi, quindi, il pubblico ministero ha chiesto la trasmissione dei verbali alla Procura di Castrovillari e al Tribunale di Cosenza per verificare se ci sono gli estremi per l’incriminazione. Istanza cui si sono allineati i legali che assistono la famiglia di Bergamini, gli avvocati Fabio Anselmo e Alessandra Pisa.

"Udienza che ha avuto risvolti clamorosi - ha commentato l’avvocato Anselmo – Si stava analizzando la reazione della Internò il giorno stesso o subito dopo il funerale di Denis, sulla quale alcuni testimoni (e in particolare la Marsico) avevano dichiarato che rideva, scherzava e non mostrava nessun minimo segno di turbamento o di dolore...e invece adesso non ricordavano o cercavano di svicolare". Ma non è stata questa l’unica amnesia rispetto al passato.

"Qualcuno ha tentato addirittura di disconoscere quanto raccontato nell’immediatezza, cioè il riconoscimento di Pippo Internò, nella foto del funerale. Francamente si trattava di un riconoscimento effettuato invece in maniera regolarissima dalla polizia gudiziaria....cioè testimoni che hanno cercato di sostenere l’insostenbile – ha proseguito l’avvocato – per questo è stata chiesta la trasmissione degli atti alla Procura da parte del pm per falsa testimonianza e il Tribunale si è riservato di farlo". Un avviso ai naviganti lo contestualizza Anselmo. "Questo dev’essere un avviso ai naviganti per i prossimi testimoni - conclude il legale – che non vengano a raccontarci delle storielle perché quello che è stato dichiarato a suo tempo non può essere stravolto ad uso e consumo di qualsiasi verità ’addomesticata’: quello è e quello rimane. Con l’avviso che bisogna dire la verità, se non la dici te ne assumi le conseguenze". Si torna in aula alla fine del mese, con altre due udienze ilgiovedì 28 e venerdì 29.