Ferrara, bici in treno? Poche corse e bus sostitutivi

L’odissea dei turisti che vogliono trasportare le proprie biciclette lungo la ferrovia. Nonostante gli annunci ci si affida al buon cuore dei macchinisti

Turiste in stazione

Turiste in stazione

Ferrara, 24 aprile 2019 - Ma dove vai, turista in bicicletta? Da nessuna parte se immagini di far salire le tue due ruote su uno dei treni delle linee Ferrara–Codigoro o Ferrara–Suzzara. Nella città e nella provincia che si spertica a vendere il cicloturismo come pezzo forte («Avvicinare Ferrara, il mare e il Delta», uno dei copioni da ripetere nelle dichiarazioni di rito), di fatto non esiste ciò che in Italia è ammesso su buona parte della rete regionale. Storia vecchia in realtà, ma che proprio per questo dimostra ancor più il disinteresse o la disorganizzazione (peggio l’uno o l’altro?) rispetto al tema.

Gli imprenditori, da un lato, non sentono la questione tanto da imporre le dovute pressioni? La politica, dall’altro, non garantisce soluzioni in assenza di richiesta del mercato? Nell’immobilismo il circolo vizioso si compie. E così il paradosso è avvertito da quegli ingenui sparuti viaggiatori che avventuratisi al binario devono rinunciare ai loro programmi o se sono fortunati ringraziare un capotreno conciliante che si assume la responsabilità di lasciar caricare i mezzi. L’unica soluzione che hanno proposto finora Tper (gestore del servizio ferroviario) e Fer, che impiega i finanziamenti della Regione, è stata eliminare il treno (sigh) per far portare le biciclette... a un bus sostitutivo. Così funziona nei festivi dal 2017 con quattro coppie di corse; meglio spendere per un autista solo che per un macchinista e un controllore; d’altra parte i pendolari di domenica riposano e perché mai incoraggiare i turisti al loro posto? L’idea, oltre a contraddire i discorsi su investimenti in turismo e mobilità sostenibile, non è nemmeno troppo pratica: i posti vanno prenotati entro le 19 del giorno precedente.

Le assurdità continuano: il tabellone generale delle partenze in stazione riporta dappertutto l’apposito pittogramma che indica le «bici al seguito», mentre consultando l’orario di Tper e il punto informazioni la risposta è sempre un no. Eppure qualcosa si sarebbe mosso ma probabilmente è un caso: con grande pubblicità nello scorso settembre l’azienda ha esultato per l’arrivo tra Ferrara e Codigoro dei «nuovi ed ecologici treni Atr 220» (a dire il vero, convogli con un decennio di anzianità riciclati da altre linee).

Già a ottobre, a un convegno sull’intermodalità (mantra immancabile), il consigliere regionale Paolo Calvano vantava l’ottenuto ricambio dei treni per «dare la possibilità di trasportare anche le biciclette». Ebbene, sei mesi più tardi, solo alcuni di quei convogli sono in funzione e soprattutto non è dato sapere in quali orari; gli stessi ferrovieri imparano giorno per giorno il mezzo che toccherà loro. Al massimo, dunque, si tenta la buona sorte; per il resto la risposta ufficiale è la solita: «il servizio di trasporto bici sui treni non è previsto». La vecchia inaccessibile littorina rimane ancora un punto fermo. La retorica della città delle biciclette in compenso corre eccome.