
Botti si ferma a un risicato 2%: "Non è andata come pensavo. Ma mi candiderò nel 2029"
"Sono soddisfatto del percorso ma non del risultato. Abbiamo di fronte a noi cinque anni di durissimo lavoro e Ferrara Futura con Daniele Botti sono già da ora candidati a sindaco alle elezioni amministrative del 2029". Con queste parole Daniele Botti tira le somme della campagna elettorale e della sua lista Ferrara futura, schieramento che si attesta definitivamente intorno alla percentuale del 2%. Ma il suo percorso non si ferma qui.
Che lettura offre di questo risultato elettorale?
"Partiamo da una grande autocritica personale, sono distante da chi dà la colpa agli elettori, ma mi faccio domande per capire dove crescere e ripartire. Fondamentale per me è metterci la faccia, andare avanti a testa alta. Non abbiamo riscosso il risultato che speravo, ma mi guardo allo specchio con dignità e soddisfazione, non ho mai fatto attacchi personali, ho posto critiche nel merito ponendo alternative e proposte. Paghiamo lo scotto di essere partiti tardi e senza supporti partitici, totalmente civici, sono soddisfatto del percorso non del risultato, ma ho 29 anni e sono agli inizi della mia esperienza. Mi aspettavo almeno di avere un seggio in consiglio, addirittura due, mi dispiace non poter rappresentare chi ci ha dato fiducia e ha creduto nella nostra visione di città. Oggi inizia un percorso, nel 2019 ho preso 226 preferenze, quest’anno quadruplicherò, se la matematica non è un’opinione magari tra 10 anni sarò sindaco".
Cosa ha in programma?
"L’idea è quella di darsi una struttura più organizzata, partire in corsa ci ha dato dei limiti. Sicuramente prepareremo una documentazione da fornire all’amministrazione, per partire con un’opposizione costruttiva fuori dagli scranni di consiglio, dando un valore aggiunto. In una settimana forniremo una serie di idee, non mi importa metterci la firma, vorrei una città diversa e metteremo a disposizione della città quello che abbiamo creato in termini di idee concrete. Tra queste: zona franca urbana, zona fiera come polo per posti di lavoro per i giovani, valorizzazione del petrolchimico, e se l’amministrazione vorrà ascoltarci troverà dialogo non attacchi fini a sé stessi".
La campagna elettorale è stata fortemente polarizzata ed il terzo polo, anche alle europee, è risultato alla fine schiacciato: come commenta questo risultato?
"I numeri degli elettori sono quelli che certificano, credo che domani né Azione né Italia viva esisteranno più, è una grande domanda da porsi. Ferrara può essere un grande terreno di sperimentazione politica, su cui mi metto a disposizione, è evidente che qualsiasi alternativa a questa polarizzazione non è andata in porto, quindi magari si dovrà pensare davvero a qualcosa di nuovo. Abbiamo iniziato a capire che sarebbe finita così per le amministrative quando ho visto lo spoglio delle europee, con una polarizzazione netta di Pd e FdI sopra al 30%, lì ho capito che il centro sarebbe stato soffocato. Noi centristi abbiamo pagato lo scotto di una campagna del centrosinistra che ha portato a svilire il proprio competitor e non contenuti, e ha spaventato i cittadini che si sono orientati verso Fabbri. Mi rincuora che le preferenze a Fabbri siano tutte alla civica, ha ricevuto un exploit personale, il sistema dei partiti è in crisi, non c’è credibilità. Voglio vedere ora come sistemerà gli equilibri: se avrà coraggio potrà dare molto respiro civico alla sua amministrazione, cosa che non ha fatto 5 anni fa. I cittadini gli hanno dato fiducia e credo che nulla sia più rispettabile dell’opinione dei cittadini, stiamo lontani da chi li ritiene non in grado".
Lucia Bianchini