Calenda: "Persone serie contro i populisti"

In 400 a palazzo Roverella per l’ex ministro, ora alla guida di ‘Azione’: "Cresceremo convintamente, aggregando da Pd a Forza Italia"

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di Stefano Lolli

E’ subito corsa alle poltroncine, per ‘Azione’ di Carlo Calenda. Per il momento, tuttavia, solo nel giardino di Palazzo Roverella, dove l’incontro con l’ex ministro si rivela molto più partecipato del previsto. "Aumentiamo al ritmo di dieci al giorno", esordisce il referente provinciale Alberto Bova. In questo caso, il... contagio è considerato positivo: "Il nostro obiettivo è crescere facendo il percorso lungo – spiega l’ex ministro –, e anche senza urlare slogan o solleticare la pancia della gente, come fanno i populisti, conquistare voti incontrando le persone". Anche Salvini e la Meloni, prosegue Calenda, "hanno iniziato dal 3%: certo noi non utilizzeremo mai i loro metodi, ma nella strutturazione politica non ci spaventa il fatto di partire dal basso".

Ma già il colpo d’occhio assemblato da Bova è lusinghiero: nella platea spiccano professionisti, un buon numero di giovani, e un eterogeneo mix di esponenti politici. All’ingresso l’ex presidente della Holding Paolo Paramucchi fa da ‘receptionist’, alla spicciolata arrivano molti rappresentanti del centro moderato, l’ex consigliere di Forza Italia Giampaolo Zardi (ora iscritto alla Lega), l’ex sindaco Roberto Soffritti, l’ex assessore dell’Italia dei Valori Rossella Zadro sino al dirigente della Cna Alessandro Fortini e alla segretaria della Cisl Bruna Barberis. Non tutti, va detto, già iscritti. Molti i mascherati, non per nascondere l’identificazione ma per motivi sanitari. Sul distanziamento, Calenda chiarisce subito quello da Renzi: "L’alleanza è impossibile, perchè Italia Viva sostiene un governo che, a nostro avviso, così com’è non sta in piedi". Non tanto per l’apporto del Pd – nei cui confronti Calenda non affonda la lama – ma per la presenza dei Cinquestelle, che l’ex ministro bolla senza appello: "Per la gran parte, sono autentici ‘scappati di casa’, e il pensiero che si stia andando a referendum per compiacerne le velleità, mi fa ribrezzo". Calenda si dichiara "convinto sostenitore del No: in caso di taglio dei parlamentari, credete che alle elezioni verrano ridotti i fedelissimi o le persone capaci?".

La bussola di ‘Azione’ comunque è il centro moderato, entità magmatica che va "da un Pd che non può vagare nell’indeterminatezza a una Forza Italia che vogliamo smarcare dall’abbraccio letale dei populisti". La cui presa sull’elettorato, commenta Calenda, si spiega anche con il fatto "che il Paese, da 75 anni, non ragiona sulla realtà ma sempre in base agli slogan e alla ricerca perenne di un ‘nemico’. Così, di volta in volta, gli italiani si sono fatti affascinare da personaggi dal presunto carisma, tranne poi iniziare a odiarli dopo averli eletti". Per Calenda, il Paese non ha bisogno di eroi ("Il prossimo, già designato in caso di crisi economica, è Mario Draghi: ma dopo 15 giorni anche lui sarebbe macinato"), ma della crescita civile, e possibilmente anche elettorale, "dell’Italia seria, che studia, che lavora, che cerca di mettere a profitto le proprie competenze. Nei confronti di migliaia di giovani medici che attendono un lavoro, di insegnanti che compiono il proprio dovere – e alla parola insegnanti parte un applauso rivelatore della composizione del pubblico –, la nostra è una chiamata alle armi". Perchè su un punto gli uomini (e le donne) di ‘Azione’ devono già riflettere: "Un Paese che dovesse scegliere ancora tra Salvini e Di Maio, sarebbe morto",