Dai camionisti ai rider, oltre duecento infortuni in un anno. "Precarietà eccessiva"

Trasporti e facchinaggio, gli incidenti aumentano. Sono il 6,6% del totale Greco (Filt Cgil): "Operai ricattabili, molti episodi rimangono sommersi"

Dai camionisti ai rider, oltre duecento infortuni in un anno. "Precarietà eccessiva"

Dai camionisti ai rider, oltre duecento infortuni in un anno. "Precarietà eccessiva"

Ferrara, 18 marzo 2024 – È tra i settori maggiormente colpiti dalla piaga degli infortuni e quello in cui la giungla contrattuale si fa più fitta e impenetrabile. Stiamo parlando del comparto logistica e facchinaggio, una galassia che va dai trasporti di merci fino ai rider, i fattorini con gli ‘zainoni’ colorati che consegnano pasti a domicilio. Un mondo che opera in parallelo con le più grandi e importanti industrie del territorio e che sempre più spesso è al centro di lotte e vertenze sindacali.

A offrire una panoramica su questo universo è Luca Greco, segretario della Filt Cgil, la categoria che racchiude sia la logistica che il trasporto pubblico. Nella sua analisi, il sindacalista parte da un dato. Nel 2023, nel settore logistica, trasporto e facchinaggio (rider compresi) si sono registrati 213 infortuni. Un dato che rappresenta il 6,6% del totale degli oltre quattromila incidenti sul lavoro che si sono verificati a Ferrara e provincia lo scorso anno. Può sembrare poco, ma così non è. Soprattutto se si conta che in Emilia Romagna il comparto trasporti e magazzinaggio è stato il secondo per denunce di infortunio (4.853), dopo il manifatturiero (oltre tredicimila segnalazioni).

Restando con la lente puntata sulla realtà ferrarese, il dato degli infortuni è "in aumento". E, secondo Greco, si tratta con ogni probabilità di un dato sottostimato. Una fetta di questi infortuni, è la lettura del segretario della Filt, rimarrebbe infatti sommerso e non denunciato.

"Una delle nostre priorità – osserva il sindacalista – è che gli infortuni emergano. C’è una parte di lavoratori, soprattutto rider o persone assunte con contratti a termine o tramite agenzia interinale, che sono in una situazione di iper-precarietà e quindi di elevata ricattabilità. Al punto da non denunciare gli incidenti o farli passare come malattia". Per capire meglio il quadro Greco ricorre a un esempio pratico. "Sono un carrellista assunto con agenzia interinale – ipotizza –, mi faccio male al terzo giorno di lavoro e ho un contratto di assunzione a cinque giorni. Quello per me non è infortunio. L’infortunio, infatti, implica una denuncia con responsabilità per il capo dell’azienda. Perciò evito di segnalarlo, perché potrei subire forme di pressione anche indiretta, magari legate al rinnovo del contratto".

E qui si apre un altro grande tema, quello della formazione del lavoratore in materia di sicurezza. "Spesso accade che gli addetti di questo comparto abbiano infortuni nei primi giorni di lavoro – afferma –. E tutto ciò succede perché manca la formazione. Anche questo è un aspetto che attiene alle dinamiche contrattuali". Oltre che nella precarizzazione, secondo Greco il nodo sta nella catena degli appalti. "L’appalto spesso implica uno ‘scarica barile’ – così il sindacalista – e di frequente per le aziende la formazione rappresenta solo un costo. Per questa ragione, a fronte degli infortuni dei lavoratori delle ditte che operano in appalto, riteniamo necessario introdurre uno quota di responsabilità anche da parte dei committenti. Questo obbligherebbe tutti ad avere maggiore attenzione sul tema sicurezza".

Insomma , per Greco la riduzione degli incidenti nel suo settore dovrebbe passare per tre elementi fondamentali. Primo, formazione ("Un lavoratore informato su come dovrebbe lavorare è meno a rischio infortuni"). Secondo, dispositivi di protezione individuale. Terzo, forme contrattuali sicure. "Perché – conclude – a una stabilità contrattuale spesso corrisponde anche una stabilità di diritti".