"Caso Bergamini, giustizia ce la chiede Denis dall’alto"

Sembra ieri eppure sono trascorsi ormai decenni dall’ormai lontano 1989, esattamente il novembre di un anno segnato addirittura dalla caduta del Muro di Berlino. E fu nel clamore mediatico, liberatorio di quel fatto storico che si consumò uno dei delitti più infami di cui abbia memoria. Uso questo aggettivo forte perché il povero Denis Bergamini, calciatore emergente e di spicco che militava in una squadra del sud fu, si presume, deliberatamente ucciso da una faida composta da delinquenti efferati. Il caso fu archiviato come causato da un incidente con brutale schiacciamento del corpo del povero ragazzo avvenuto in una sera piovosa in una sperduta strada della sperduta Calabria da un camion. In questi ormai 33 anni gli ideatori di questo orribile delitto hanno vissuto liberi di vivere la loro vita. La fidanzata ora dovrà risponderne al processo che si terrà. E il mio affetto sincero va ai famigliari del povero Denis, in particolare al padre e alla meravigliosa sorella che mai, sottolineo mai, si è arresa a un’evidenza assurda e improponibile che tendeva unicamente a nascondere la verità. E in nome della verità e della giustizia noi tutti cittadini onesti preghiamo perché sia fatta luce piena e netta sulla triste vicenda. Ce la chiede, dall’alto, il povero Denis. E chi ancora lo ricorda e gli vuole bene.

Saverio Mosca

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Caro Carlino,

veramente incomprensibile la vicenda del Preside Gargioni! E’ diventato preside superando un esame che pochi riescono a superare, raggiunto un traguardo importante (anche suo padre era preside e ne ho sentito parlare bene). Ha cultura, esperienza di lavoro e di vita, come ha fatto a buttare via tutto con il suo sconsiderato atteggiamento? Veramente incomprensibile.

Pasquina Ferrari