"Chiesa declassata, i politici dicano la loro"

I fedeli non si arrendono e dopo la lettera al Papa scrivono anche a sindaco e giunta: "Dovete unirvi alla protesta dei cittadini"

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COMACCHIO

Il popolo della Madonna in Aula Regia non si ferma e dopo quello al Santo Padre, papa Francesco, l’appello a fare i conti con la questione del santuario dei Cappuccini di Comacchio è stato ieri rivolto anche alle forze politiche locali. Un appello accorato, come tutti quelli fatti fino a oggi. Una nuova missiva, sempre a firma del referente Marco Tomasi, è stata indirizzata al sindaco di Comacchio, Pier Luigi Negri, alla giunta comunale e a tutte le forze politiche della città lagunare, con le richieste di non abbandonare i fedeli e tutti coloro che hanno a cuore il santuario dei cappuccini, di non lasciar cadere inascoltato il loro grido di dolore e la loro sentita richiesta di essere almeno ascoltati e di poter usufruire di un confronto reale.

"La posta in gioco è altissima – si legge, tra le varie, nel documento –, il progetto che vede l’accorpamento delle attività svolte dalla Chiesa di Santa Maria in Aula Regia, con la chiesa del Duomo di Comacchio rischia di dividere, di allontanare i fedeli e di tradire le tradizioni e la cultura del Popolo Comacchiese". La richiesta è chiara: "Le forze politiche si esprimano e si rendano disponibili come interlocutori, in quanto rappresentano interessi collettivi e diffusi, e si uniscano alla protesta dei cittadini di Comacchio. I partiti e i movimenti politici devono dimostrare di essere all’altezza della sfida, che la politica è in grado di promuovere il dialogo e la diplomazia, ma soprattutto di ascoltare i cittadini". In un contesto complesso e in un tempo di gravi problematiche:

"La questione della Chiesa di Santa Maria in Aula Regia può essrre per alcuni irrilevante, ma per tanti è importantissima e la fiducia del popolo va conquistata anche con questioni come questa. Alle forze politiche si chiede di essere promotrici del dialogo e si chiede vogliano rappresentare la proposta di mantenere i sacramenti presso la Chiesa di Santa Maria in Aula Regia, senza restrizioni e impedimenti". La questione è delicata e la protesta continua a percorrere le vie, le piazze e le case della cittadina lagunare. I comacchiesi, e non solo loro dal momento che il santuario è caro un po’ a tutta la popolazione locale anche nei dintorni di Comacchio, non riescono a capacitarsi del fatto che dal Settembre del prossimo anno la Chiesa dei Cappuccini non avrà più le prerogative attuali. Anche i frati e le suore sono destinati a lasciare il santuario, nel quale non potrebbero continuare a operare come stanno facendo ora, nella considerazione che la loro presenza non avrebbe più molto senso in base alle nuove disposizioni di monsignor Gian Carlo Perego che prevedono un sostanziale declassamento del santuario.

E l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio domani è atteso alla messa di celebrazione della festa della Madonna in Aula Regia. In tanti ne stanno parlando in città di questo appuntamento e si dividono fra coloro che vorrebbero dare un segnale chiaro della propria posizione giusto in occasione della celebrazione della festa, per esempio disertando la messa, altri che pensano che si tratterebbe in tal caso di un’offesa alla Madonna stessa e che quindi sarebbe preferibile dare vita ad una forma di protesta differente. Non resta che attendere poche altre ore ancora. Ma sicuramente di protesta eclatante si tratterà dati gli animi surriscaldati dopo la decisione dell’arcivescovo.

Cinzia Boccaccini