"Ci appelleremo alla Prefettura Arquà in aula? E’ inaccettabile"

L’intervento del sindaco Fabbri dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato: "Una vicenda assurda"

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"La vicenda Arquà è diventata davvero paradossale. Di fatto si tratta di far sedere in un consiglio comunale una persona che ha inviato, per sua stessa ammissione, lettere minatorie con proiettili a un membro della giunta. Una situazione incresciosa che non è accettabile per quello che implica in termini di tranquillità dei lavori di un organo democratico e di sicurezza. Ci opporremo in tutte le sedi possibili a questa sentenza che, ribaltando la pronuncia del Tar, mette, sotto questo punto di vista, in grande difficoltà tutto il civico consesso e tutti gli assessori". Così il sindaco Alan Fabbri sulla sentenza del Consiglio di Stato relativa alle dimissioni della consigliera comunale Arquà. "Sedere – prosegue Fabbri – fianco a fianco a una persona colta in flagranza di reato e denunciata per minacce aggravate ad un componente della Giunta e pensare che questa persona possa rappresentare degnamente i cittadini in consiglio comunale ci sembra assurdo e non rispettoso per i cittadini e l’istituzione". La prefettura. "Ci rivolgeremo al Prefetto – prosegue il sindaco – per dirimere la questione dal punto di vista amministrativo e chiederemo alla Procura di chiudere celermente le indagini e di verificare se davvero si ritenga opportuno far accedere all’aula consiliare, come niente fosse, chi ha commesso tali atti minatori come riportato ampiamente sulla stampa". "Altro fatto gravissimo – così Fabbri – sono i tempi con cui la notizia della sentenza è stata fatta circolare: mentre al Comune non è ancora stato notificato l’atto, il testo completo (ieri mattina) era già stato consegnato ai giornali. Ci chiediamo se l’avvocato Anselmo, che ha assistito la consigliera Arquà in questi mesi nel tentativo, puramente politico, di riportarla a sedere in consiglio comunale riducendo i numeri della maggioranza ritenga deontologicamente corretto il suo comportamento o se non si tratti invece dell’ennesimo tentativo di fermare la nostra amministrazione con mezzi impropri".

La sentenza del Tar. "Ricordiamo che pochi mesi fa con la prima sentenza il Tribunale Amministrativo Regionale – scandisce il primo cittadino – aveva ritenuto assolutamente valide le dimissioni della ex consigliera comunale sulla base delle stesse circostanze e che ora a distanza di pochi mesi ci viene chiesto di sostituire un consigliere comunale che legittimamente e doverosamente è subentrato in consiglio comunale, con un altro consigliere che ha volontariamente rassegnato le proprie dimissioni, dopo aver ammesso gravi comportamenti di rilievo penale. Anche questo è un fatto grave contro il quale ci muoveremo nei modi dovuti in ogni sede. È nostro dovere prima di tutto garantire la serenità e la sicurezza di tutti gli eletti, del personale dipendente e degli assessori e faremo il possibile per evitare che la serenità dei lavori in consiglio venga messa in discussione da chi strumentalizza politicamente una questione tanto grave e delicata per tentare di fermare quanto di bene stiamo portando alla nostra città".

re. fe.