REDAZIONE FERRARA

Cinque anni di eventi estremi: "Investimenti per 120 milioni. Bonifica, assunti venti giovani"

Dalla siccità del 2022 all’alluvione 2023, così il Consorzio Pianura di Ferrara ci difende "Una sfida vinta. E abbiamo aumentato i dipendenti fissi, la tutela dell’ambiente offre lavoro".

Dalla siccità del 2022 all’alluvione 2023, così il Consorzio Pianura di Ferrara ci difende "Una sfida vinta. E abbiamo aumentato i dipendenti fissi, la tutela dell’ambiente offre lavoro".

Dalla siccità del 2022 all’alluvione 2023, così il Consorzio Pianura di Ferrara ci difende "Una sfida vinta. E abbiamo aumentato i dipendenti fissi, la tutela dell’ambiente offre lavoro".

"Ma per favore non chiamateli più eventi straordinari. Ormai è la norma, questi cinque anni lo dimostrano", Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica di Ferrara, vicepresidente di Anbi (Associazione nazionale dei consorzi) è passato con la sua squadra dalla lotta alla grande siccità del 2022 alla pioggia ininterrotta del 2023. Un anno dopo, un altro mondo.

"Sono stati cinque anni di eventi estremi. Il cambiamento è la regola, quelle che sono chiamate follie del clima la norma". Una battaglia a suon di lavori, crepe da rattoppare, interventi su sponde e strade, lungo 4mila e 200 chilometri di canali. Una lotta di gru e appalti, ingegneria e passione. Costata piuttosto cara, i cambiamenti climatici nella nostra provincia hanno movimentato 125 milioni per 72 interventi straordinari, 58 attraverso lo strumento del Pnrr, 26milioni per l’alluvione che fortunatamente non si è abbattuta qui con la stessa forza devastante della vicina Romagna. Ma i segni li ha lasciati, molti. "Una volta, credo che possiamo usare questa espressione, il consorzio di bonifica era da considerarsi quasi un’attività stagionale. Ora siamo in azione tutto l’anno, ogni giorno. E questo ha comportato un primo effetto, che saluto con favore", precisa Calderoni. Di nuovo numeri, per far capire quello che è successo. "Abbiamo dovuto riorganizzare il personale della nostra struttura, da 256 dipendenti fissi nel 2021 siamo passati a 271 l’anno scorso. Di riflesso gli stagionali sono calati, di molto. Da 125 siamo scesi a 94. La difesa del suolo, del territorio comporta un impegno per 12 mesi all’anno. E così anche il consorzio è cambiato. Siamo diventati una struttura che organizza certo il territorio, ma anche quella che è la vita delle persone che qui abitano, delle imprese. E’ cambiato un paradigma. E per noi, che crediamo nei giovani, che riteniamo siano una priorità, è un grande risultato assumerli, dare loro una prospettiva, un futuro in questo mondo che lavora e vive grazie all’acqua, all’ingegneria di corsi e canali". Oltre 125 milioni, 72 interventi straordinari, una pioggia di cantieri da Cento a Goro, da un estremo all’altro della provincia. "Un grande impegno, adesso magari 125 milioni non sembrano nemmeno tanti, ci sono cantieri immensi pr mole e costi. Ma per la nostra struttura è stato un grande impegno, ua sfida che siamo riusciti a portare a termine. Il consorzio Bonifica di Ferrara è una realtà quasi unica a livello nazionale. Si pensi che in certe regioni si arriva a fare i turni per irrigare le campagne. Da noi questo non succede, gli agricoltori possono irrigare quando vogliono. E questo è bello, ci riempie d’orgoglio. Si certo c’è una percentuale, bassa fortunatamente, di morosi storici, che non vogliono pagare l’acqua, i contributi consortili. Siamo stati costretti ad intervenire con decisione, abbiamo tolto loro l’acqua. Se gli altri pagano non è corretto credere di non poterlo fare". Anno 2022, più di 150 giorni senza pioggia. "Una sfida che abbiamo saputo superare, che ci ha migliorato. Il consorzio ha saputo evolversi, non solo sul piano tecnico e operativo, ma anche su quello organizzativo, gestionale e comunicativo. Dobbiamo capire che la bonifica, quella rete di canali è un mondo. Non siamo più quelli che danno solo l’acqua agli agricoltori, proteggiamo un territorio, con i nostri canali preserviamo l’ambiente, lo salvaguardiamo, lo disegniamo. E in questo senso forte la collaborazione con i comuni, con i sindaci. Un esempio, senza le idrovore oltre il 50% della pianura andrebbe sott’acqua".

Mario Bovenzi

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