Conserve, i Cobas in sciopero: "Stop al lavoro duro e sottopagato"

Codigoro, il sindacato attacca il sistema di cooperative all’interno dello stabilimento. "Sono scatole cinesi" "Basta con gli stipendi bassi e con i turni massacranti che non permettono di vivere una vita normale" .

Conserve, i Cobas in sciopero: "Stop al lavoro duro e sottopagato"

Conserve, i Cobas in sciopero: "Stop al lavoro duro e sottopagato"

"Basta con le scatole cinesi dell lavoro sottopagato e con turni massacranti". È con questo slogan che ieri mattina, a partire dalle 16 , hanno protestato per tre turni giornalieri i lavoratori di Adl Cobas davanti allo stabilimento di Conserve Italia. "Quello che abbiamo trovato in questo impianto – attacca il sindacato –, è il solito sistema marcio attuato attraverso l’impiego di cooperative, che combattiamo da anni e che, nelle realtà in cui l’Adl Cobas è presente, abbiamo denunciato e debellato". E ancora: "Un sistema – continua il sindacato – in cui le cooperative mettono a disposizione spesso lavoratori precari e ricattabili, per offrire risparmi enormi sul lavoro appaltato ai committenti, i quali non possono ignorare il prezzo pagato dai lavoratori coinvolti e che, quindi sono consapevolmente complici di tale sistema". Secondo Cobas, Conserve Italia avrebbe appaltato la movimentazione della propria merce e soprattutto il fondamentale servizio di pulizia e lavaggio dei macchinari, al consorzio Ciclat, la quale utilizza tre cooperative, (Ageste Soc Coop, M3 Soc Coop e Cfp Soc Coop), a tale scopo.

"Le tre cooperative - incalza il sindacato – attraverso la figura del socio lavoratore adottano un sistema di sfruttamento e discriminazione che ha prodotto, da oltre 15 anni: turni massacranti, comunicati giorno per giorno, che impediscono ai lavoratori di organizzare la propria vita al di fuori dello stabilimento, anche nel fine settimana; contratti collettivi applicati che consentono l’erogazione di paghe molto basse e differenziate tra i lavoratori; la mancata garanzia dell’intera retribuzione in caso di malattia; il mancato riconoscimento di permessi e festività; una quota associativa che arriva fino a 5.000 euro per un lavoratore inquadrato al livello

2° del CCNL multiservizi; l’assurda trattenuta di 3 euro al mese per il bonifico dello stipendio. A tutto questo (e tanto altro) molti lavoratori hanno deciso di mettere fine, decidendo di rivolgersi all’Adl Cobas per cercare di tutelare i propri diritti. I lavoratori ci hanno riferito che i sindacati (confederali) presenti nello stabilimento, pur conoscendo la loro difficile situazione, in tutti questi anni hanno fatto finta di nulla. Stranamente, però, la risposta delle aziende coinvolte alle nostre segnalazioni, è stata che sono già in trattativa con altri sindacati, mai intervenuti fino ad oggi, per le questioni da noi sollevate".