Coronavirus, Carducci Ferrara. Tre liceali rientrano dalla Cina

Frequentavano l’anno all’estero: "Non erano in zone a rischio contagio, non c’è nemmeno l’obbligo di quarantena". Due già in famiglia

Le misure precauzionali contro il Coronavirus non hanno coinvolto le tre giovani ferraresi

Le misure precauzionali contro il Coronavirus non hanno coinvolto le tre giovani ferraresi

Ferrara, 14 febbraio 2020 - Due sono già rientrate nelle proprie famiglie. Una terza sta lasciando la Cina in compagnia della madre. Le studentesse del quarto anno del liceo "Carducci" che stavano seguendo l’anno scolastico all’estero sono al sicuro e stanno bene ma hanno dovuto lasciare la Cina per le disposizioni del presidente Xi Jinping, che data l’emergenza che sta affrontando il paese a causa del Coronavirus, ha disposto il rientro di tutti gli studenti che non sono cinesi. Per le due ragazze, tuttavia, secondo le disposizioni del ministero della Salute dell’8 febbraio scorso, e cioè le misure disposte quando il rischio infezione era in fase di espansione, non c’è l’obbligo di quarantena precauzionale (14 giorni) perché il loro soggiorno "è avvenuto in zone molto lontane dal contagio" rassicura la preside Licia Piva.

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Al Carducci l’indirizzo linguistico comprende anche il corso di lingua e letteratura cinese ma "solo alcun famiglie decidono di far frequentare al proprio figlio il quarto anno all’estero" precisa la dirigente. Le tre studentesse "che hanno raggiunto nel tempo risultati di studio brillanti" sono partite per la formazione all’estero, aderendo ai progetti che alcune associazioni, come Intercultura e Wep, da anni organizzano, anche a Ferrara. "La Cina è soltanto una delle nazioni che i nostri allievi scelgono per fare educazione all’estero" tiene ancora a precisare la dirigente. "In una sola classe quarta quest’anno sono partiti in sette e uno di loro è in Australia dove anche lì ci sono stati non pochi problemi dovuti ai recenti incendi".

Le studentesse rimpatriate dalla Cina, che sono rientrate in Italia con voli aerei di linea arrivati in altre città dell’Europa, non frequentano la scuola e le lezioni. Ma "non per ragioni sanitarie ma solo perché devono avere il tempo di adeguarsi al programma scolastico raggiunto dalla classe" prosegue la Piva. Il dipartimento di igiene pubblica dell’azienda Usl, diretto da Giuseppe Cosenza, è informato del rientro delle due studentesse dalla Cina ma "tutti quelli della scuola e le famiglie devono stare molto tranquilli perché non c’è nessun tipo di rischio" assicura il direttore che ancora una volta ribadisce: "Qui da noi non c’è nessun problema, anche se ci sono persone che stanno rientrando dalla Cina. I controlli sono stati estesi a ogni aeroporto e il problema si può presentare solo nel caso in cui ai varchi ci sia qualcuno che ritorna da quel paese e presenta alcuni sintomi, come ad esempio la febbre ed è stato in quelle zone a rischio che ogni giorno l’Oms provvede ad elencare nel sito".