ALBERTO BALBONI *
Cronaca

Cpr, Balboni replica ad Anselmo: "Non ospiterà poveri migranti ma quelli considerati pericolosi"

Il senatore Fd’I: "La scelta di Ferrara? Non è detto che alla fine l’istruttoria si concluda con l’idoneità del sito in esame. Rimpatri, governo al lavoro per gli accordi internazionali".

Cpr, Balboni replica ad Anselmo: "Non ospiterà poveri migranti ma quelli considerati pericolosi"

Cpr, Balboni replica ad Anselmo: "Non ospiterà poveri migranti ma quelli considerati pericolosi"

Caro Carlino,

in riferimento all’intervento dall’avvocato Fabio Anselmo, ospitato domenica, presumo nella veste di futuro candidato sindaco della sinistra (o di parte di essa), mi permetto di segnalare alcune gravi imprecisioni. Premetto che, come a tutti noto, l’dea della sinistra in materia di accoglienza indiscriminata dei migranti, di cui Anselmo si erge a paladino, non è condivisa dal governo e dal centrodestra, che al contrario sta lavorando ad accordi internazionali per realizzare rimpatri veloci, offrendo nel contempo ai Paesi di origine maggiori quote di ingressi regolari. Chi viene in Italia per lavorare e costruirsi un futuro lo vogliamo decidere noi, non lasciare che a farlo siano gli scafisti ed i mercanti di esseri umani.

L’accoglienza diffusa e senza limiti praticata dalla sinistra per troppi anni ha dato risultati devastanti in termini di sicurezza, negare questo evidente dato di fatto per ragioni ideologiche non rende onore all’intelligenza dei lettori.

Venendo ai CPR, che non hanno nulla a che vedere con i centri di accoglienza, essi sono luoghi dove gli stranieri nei cui confronti è esecutivo il provvedimento di espulsione sono trattenuti in attesa della sua esecuzione. Il D.L: n. 13 del 2017 (Gentiloni-Minnitti) prescrive che vada data la priorità agli stranieri considerati una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica. Quindi, anche in considerazione dei posti limitati (in teoria 1.378 posti distribuiti su 9 CPR in tutta Italia, ma di fatto meno di mille sono disponibili veramente) chi è trattenuto nei CPR è una persona che si è dimostrata pericolosa, non un povero migrante colpevole soltanto di essere arrivato in Italia senza permesso, come afferma Anselmo. Impedire che questi soggetti continuino a circolare liberamente in attesa dell’espulsione, significa impedire loro di commettere ulteriori reati, anche molto gravi, oltre che di rendersi irreperibili. Il periodo massimo di trattenimento, in origine di 180 giorni, era stato ridotto a 90 giorni dal governo Conte 2 (giallo-rosso) con il D.L. n. 130 del 2020, motivo per cui spesso non si riusciva a completare l’iter di espulsione.

Per questa ragione il governo Meloni con il D.L. 124 di quest’anno ha riportato a 180 giorni il termine massimo di trattenimento, prevedendo inoltre che il Giudice, su richiesta del Questore e per comprovate ragioni, possa prorogarlo ulteriormente di tre mesi in tre mesi, fino ad un massimo di ulteriori 12 mesi. In totale parliamo quindi di 18 mesi, nel rispetto della normativa europea in materia. Queste nuove norme faranno sì che in breve tempo le espulsioni effettive di chi si trova nei CPR (già oggi secondo i dati del Ministero pari al 70%), possano raggiungere la totalità o quasi dei casi. La previsione che questi soggetti tornino in libertà, come strumentalmente prefigura Anselmo per generare allarme nella popolazione, semplicemente non sussiste. Quanto alla presunta illegittimità del trattenimento, anch’essa adombrata da Anselmo, credo che meglio di me possa rispondergli il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, autorevole giurista di area progressista, che intervistato di recente da La Stampa ha escluso che l’estensione del termine di trattenimento fino a 18 mesi sia contrario ai dettami costituzionali, ricordando che “non si tratta di carcerazione preventiva” e aggiungendo che la sinistra in questi anni di governo “mai si è preoccupata di garantire strutture decenti e rimpatri effettivi sperando che i migranti poi superassero i nostri confini verso altri Paesi europei”.

In conclusione, i CPR sono strutture indispensabili per garantire la sicurezza dei cittadini e rendere effettivi i provvedimenti di espulsione. Il D.L. n. 13 del 2017, a firma Gentiloni Minnitti, prevede che ne vangano realizzati uno per regione ed il governo Meloni intende dare piena applicazione a questa legge, a cominciare dall’Emilia Romagna, dove non c’è un CPR. L’istruttoria tecnica svolta dai Prefetti della regione (non dal Governo) per decidere dove collocare il CPR dell’ Emilia Romagna ha individuato una struttura presente nel territorio di Ferrara come possibile sede. Le ragioni pro e contro saranno attentamente valutate dal ministero della Difesa, sulla base dei criteri previsti dalla legge e sentite tutte le istituzioni locali.

Non è detto che alla fine l’istruttoria si concluda nel senso dell’idoneità del sito in esame, ma è certo che anche la nostra regione debba dotarsi di questo strumento, ovunque i tecnici decidano vada fatto, perché si tratta di una struttura fondamentale per il contrasto all’illegalità. La sinistra tenta ogni volta di boicottare le iniziative di questo Governo volte al contrasto dell’immigrazione indiscriminata - dall’accordo con la Tunisia a quello con l’Albania, fino ai CPR- ma noi non ci arrenderemo. I primi risultati cominciano a vedersi, le espulsioni sono aumentate di circa 13 rispetto all’anno scorso e gli arrivi, finalmente, dopo un anno difficilissimo, da ottobre sono in forte diminuzione, con un calo di un ulteriore terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

* senatore di Fd’I