Davide Maran scomparso, un video frena la speranza. "E' caduto nel fiume"

La voce rimbalza da Lubiana. Ma la Farnesina non conferma

Davide Maran

Davide Maran

Ferrara, 8 aprile 2018 - C’è una pista che porta dritta al fiume. La Ljubljanica, il corso d’acqua che taglia in due la capitale slovena, potrebbe essere custode della sorte di Davide Maran, lo studente 26enne di Cento sparito nel nulla da quattordici giorni. La stampa slovena lo aveva già ventilato. Ma quelle che fino ad alcuni giorni fa erano solo ipotesi, oggi sembrano prendere più corpo. Soprattutto, stando a quanto trapela da fonti investigative, sarebbero suffragate da elementi più concreti. Davide sarebbe finito nel fiume. Una caduta accidentale? Un malore? A oggi non è dato saperlo. Non sarebbe però stato spinto o buttato da altre persone.

Una voce che ha iniziato a rimbalzare nella giornata di ieri. Da Lubiana a Ferrara il passo è breve. Soprattutto se si tratta di un ragazzo di 26 anni. Ma più la notizia si diffonde e meno arrivano conferme ufficiali. Familiari e inquirenti mantengono il massimo riserbo. Così come il ministero degli esteri. Al momento agli uomini della Farnesina non sarebbero arrivati sufficienti elementi per ufficializzare la notizia. Anche se chi sta attivamente cercando Davide lo saprebbe addirittura da venerdì sera. Ma, in assenza del ritrovamento del corpo o di tracce concrete, cosa darebbe una tale certezza a chi è impegnato nelle indagini sul campo? Stando a quanto trapela (anche se, lo ribadiamo, conferme definitive ancora non ce ne sono), ci sarebbero delle immagini che porterebbero verso un epilogo di questo tipo. Riprese video finite sotto la lente degli inquirenti e che potrebbero far pensare a una sua caduta in acqua. Morto? È tra le ipotesi, ma nessuno al momento è in grado di sbilanciarsi in un senso o nell’altro. E, soprattutto, manca ancora un corpo che confermi quanto racconterebbero quelle immagini vagliate dagli investigatori. Intorno a questo sviluppo, il riserbo è massimo. Sia di qua che di là dalle Alpi. Il lavoro degli inquirenti continua, fino ad avere la certezza matematica o la smentita.

Sicuramente questo nuovo passo infligge un duro colpo alle speranze di chi per due settimane si è dedicato anima e corpo alla ricerca di Maran. Alcuni avvistamenti avevano fatto sperare in un lieto fine. Il primo, mercoledì in Alto Cadore. Un falegname della provincia di Belluno giurava di averlo visto con uno zaino sulle spalle fare l’autostop lungo la Statale 52, a una trentina di chilometri dal confine con l’Austria. Il fatto è stato segnalato ai carabinieri, senza poi essere confermato. Il giorno successivo è arrivata una segnalazione da Trieste. Una guardia giurata l’avrebbe visto in un supermercato della città, insieme a un gruppo di ragazzi. Anche in questo caso, nessuna conferma. Più passano le ore e più le speranze si affievoliscono. Soprattutto dopo la notizia che vedrebbe l’epilogo di questa storia sul fondo della Ljubljanica. Davide Maran, studente di scienza del farmaco all’Università di Milano, era a Lubiana per un master post lauream. L’ultima volta che è stato visto erano le 6 di domenica 25 marzo. Davide era vicino alla discoteca Klub K4 di Lubiana. Da quel momento, il buio. Un’oscurità illuminata dalle fiammelle della speranza, tenute accese dai familiari e dagli amici. Ma ora, per chi lo cerca senza sosta da ormai due settimane, la notte non è mai stata così profonda.