Ferrara, diffamò il Comune, a processo dopo 6 anni

Imputato Aldo Ferrante: «Io, risultato irreperibile...»

Il tribunale di Ferrara (foto archivio  Businesspress)

Il tribunale di Ferrara (foto archivio Businesspress)

Ferrara, 17 marzo 2018 - È accusato di aver diffamato la Giunta sei anni fa, ma il suo processo è iniziato solo ieri. Motivo? Fino al 7 settembre 2017 era... irreperibile. Possibile, se parliamo di Aldo Ferrante, portavoce del Comitato vittime della pubblica amministrazione, uno che della lotta alla burocrazia ha sempre fatto un suo baluardo? Evidentemente, nonostante il paradosso, sì.

Un passo indietro. Diciassette luglio 2012: a firma di una fantomatica Mariangela Fittizio, arriva ai dipendenti del Comune un bollettino dall’Osservatorio della cosa pubblica, mail non certo vicina alla Giunta Tagliani. Ma quel giorno si esagera ed è una frase a scatenare ire e querele. Si parla di una gara per l’aggiudicazione della gestione delle piscine comunali, con un’unica concorrente.

«Quando una gara è truccata – scrive la Fittizio – non bisogna essere profeti per anticipare il nome del vincitore. Agli amici di partito il finanziamento è garantito». Gli inquirenti risalgono ad un indirizzo IP con associata una Sim intestata a Ferrante che, nonostante neghi ogni addebito, si trova indagato e rinviato a giudizio con prima udienza il 9 giugno 2015. Ma lui all’udienza non c’è, non gli verrà mai nemmeno notificato l’atto. Perché? Irreperibile. «Di Ferrante – dice sarcastico l’avvocato Vasco Sisti – hanno tutti mail e cellulare; addirittura, un mese dopo testimoniò in un processo. Possibile sia stato irreperibile?». Lo ‘troverà’ la polizia di Parma, con notifica della citazione a giudizio il 7 settembre 2017. «Trovato – continua Sisti – in un hotel di Parma. Possibile? Abbiamo, per questo, presentato un esposto per capire cosa c’è sotto e perché non lo si è trovato prima». Ieri, all’udienza che ha aperto il processo per diffamazione, Ferrante era in prima fila regolarmente. «Per una storia analoga – chiude Sisti – eravamo già stato prosciolti, quella Sim non ci appartiene. Ora affronteremo serenamente anche questo. Anche se la vicenda più di un dubbio lo lascia...».