Stazione Ferrara, malore sul treno. Salvata da un'infermiera fuori servizio

Angela Cavazza ha aiutato la malcapitata: "Intervento tempestivo. Importante avere nozioni di primo soccorso"

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Ferrara, 10 ottobre 2019 - Ha iniziato a sentirsi male mentre il treno era fermo in stazione a Ferrara. Per sua fortuna, qualche scompartimento più in là, si trovava un angelo custode che le ha prestato i primi soccorsi in attesa del 118.

È una storia a lieto fine quella che si è verificata martedì mattina su un convoglio della tratta Bologna-Venezia. La malcapitata, 64 anni, se la caverà. Dopo essere stata stabilizzata sul posto è stata trasportata all’ospedale di Cona per accertamenti ma non sarebbe in pericolo di vita. Per l’epilogo positivo della vicenda deve ringraziare anche Angela Cavazza, infermiera dell’ospedale Sant’Anna. Martedì Angela non era al lavoro ed era su quel treno perché doveva recarsi a una visita di controllo chirurgica. Mancavano pochi minuti alle 9. Il Bologna-Venezia tardava a partire nonostante l’orario fosse passato da diversi minuti. È a quel punto che tra gli scompartimenti inizia a diffondersi la voce: «c’è una persona che sta male». Capito quello che stava accadendo, Angela decide di agire. «Ho capito che c’era bisogno di un intervento medico – racconta –. Ho lavorato per anni in emergenza sanitaria e ora sono in Radiologia. Non ci ho pensato due volte e ho cercato la persona che stava male».

In pochi istanti, Cavazza raggiunge il punto in cui si trova la 64enne e le presta le prime cure. «L’ho valutata e ho preso contatti con la centrale operativa del 118, che era già stata allertata – prosegue –. La signora aveva una sudorazione profusa, tachicardia e ipotensione. Tutto faceva pensare a un problema cardiologico. Ho fatto tutto quello che si poteva fare, con l’aiuto degli agenti della polizia ferroviaria intervenuti sul posto». Poco dopo, arriva l’ambulanza del 118. La donna viene stabilizzata e trasportata all’ospedale di Cona. È cosciente e le sue condizioni non destano particolari preoccupazioni. «Tutto si è risolto in tempo particolarmente rapidi – aggiunge Angela –. Alle 10 la donna era già in pronto soccorso. Siamo rimasti fermi a trattarla per circa un’ora. Per quello che mi riguarda, aiutarla è stata una grande soddisfazione professionale. Ho potuto fare il mio mestiere, anche in un momento in cui ero fuori servizio. Essere di supporto a una persona in difficoltà è una gioia impagabile». Cavazza, ripercorrendo le fasi più delicate dell’intervento di soccorso, rimarca l’importanza di avere nozioni base di primo soccorso, soprattutto in situazioni come questa. «È decisivo avere almeno una infarinatura di primo intervento – conclude –. E situazioni come quella dell’altro giorno ne sono la prova».