REDAZIONE FERRARA

Donne vittime di violenza. Un protocollo per tutelarle

Cento, la città sarà capofila di una rete formata da enti, scuole e associazioni "L’iniziativa è nata dalla necessità di coordinare i servizi in questo settore".

La commissione comunale dove si è discusso il protocollo

La commissione comunale dove si è discusso il protocollo

Con Cento capofila, è nato il Protocollo operativo Distrettuale per la prevenzione ed il contrasto della violenza sulle donne. "Vede uniti, enti, scuole , associazioni del Distretto Ovest– ha spiegato l’assessore Silvia Bidoli alla Commissione III – La finalità è appunto stata quella di individuare procedure volte ad esprimere risposte adeguate condivise al fenomeno della violenza di genere, mette nero su bianco le pratiche usate e quindi qui condivise, fornire contatti giusti, le modalità per riconoscere i segni, come rapportarsi quando si capisce di avere davanti una vittima e come attivare l’intervento, solo per dirne alcune". L’intento è già quello di allargare ancora di più il panorama di enti e associazioni aderenti ma anche quello di creare un breve volantino dove trovare tutte le informazioni utili, distribuito in tutto il distretto ovest. "Il protocollo è nato da un percorso partecipato e dalla necessità di mettere in rete i servizi esistenti ed operativi e le pratiche – ha proseguito – un protocollo unico e condiviso, di sostegno e di accompagnamento alle donne e alle vittime di violenza. Dovrà essere lo strumento per rendere nota la rete di servizi esistenti a tutta la cittadinanza, consentire alle diverse figure professionali che operano nei servizi pubblici e che intercettano donne che hanno subito violenza, di esprimere risposte adeguate e condivise, di fungere da strumento per l’accesso e l’accoglienza ai servizi forniti dai soggetti che intervengono a tutela e o in aiuto di donne vittime di violenza, promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione ovviamente sul tema e di mettere a conoscenza dei servizi le modalità di intervento dei partner nella rete mantenendo cooperazione tra le diverse realtà presenti". All’interno anche l’impegno a formazione e informazione per famiglie e ambito scolastico, per coinvolgere e sensibilizzare le fasce giovanili per superare stereotipi e pregiudizi ma anche corsi specifici per minori e cittadini, insegnandogli come comportarsi nel caso in cui dovessero entrare in contatto con un caso di violenza. "E’ stato anche instaurato un tavolo tecnico permanente di coordinamento e di monitoraggio per vedere se effettivamente il protocollo funziona o cosa c’è da aggiustare – spiega – Il protocollo è uno strumento per le sentinelle informali cioè gli enti pubblici e istituzionali ma molto utile per le sentinelle informali come enti del terzo settore, parrocchie, associazioni sportive, centri anziani, cioè realtà che possono trovarsi davanti a una persona riconoscendo che è vittima prevenendo il peggio, o che sta cercando aiuto, sapendo dunque come comportarsi e già dare informazioni corrette". Non solo indicazioni su come, ad esempio, gestire il primo colloquio o il linguaggio da tenere, ma anche tutto l’elenco degli enti della rete, cosa fanno e i contatti affiancati da un qrcode per averli sempre aggiornati. Il protocollo "mette nero su bianco scrivendo che bisogna intervenire e come attivare l’aiuto – è il commento di Elisabetta Giberti (Orgoglio Centese). Lunedì il protocollo sarà presentato alle 18 in Sala Zarri.

Laura Guerra