Droga in casa, l’operaio: "Sono sconvolto"

Convalidato l’arresto del quarantasettenne: rimarrà in carcere. Non ha risposto alle domande del giudice, ma si farà interrogare in seguito

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Ha subito un trauma e ha bisogno di tempo per capire che cosa gli è successo. Per questo l’operaio di 47 anni arrestato dalla squadra mobile dopo aver trovato nella sua disponibilità quindici chili di droga, ha scelto di non rispondere alle domande del pubblico ministero Stefano Longhi e del giudice per le indagini preliminiari, Vartan Giacomelli. "Devo capire che cosa mi è successo", si sarebbe limitato a dire, per poi chiudersi nel silenzio. L’udienza di convalida si è tenuta nel carcere di via Arginone dove il quarantasettenne, operaio italiano che lavora per una nota azienda in città, è rinchiuso da mercoledì scorso dopo che gli uomini della sezione Narcotici della Mobile lo hanno arrestato dopo averlo atteso sotto casa e dopo aver sequestrato otto chili di hashish, quattro di cocaina e tre di marijuana, nascosti in un’abitazione che è risultata essere nella sua disponibilità. Un appartamento trasformato in deposito dell’ingente quantitativo di sostanza stupefacente, per un valore complessivo di quattrocentomila euro. Non è escluso che l’uomo nei prossimi giorni, assistito dal suo legale, l’avvocato Patrizia Micai, chieda di essere interrogato dal pm Longhi che coordina le indagini della squadra mobile di Ferrara, per chiarire la sua posizione.

A lui gli uomini della Mobile, diretti da Dario Virgili, sono arrivati grazie ad alcune indicazioni ricevute nel corso dei servizi di perlustrazione in via Baluardi, strada che da tempo è diventata crocevia dello spaccio di droga, prevalentemente hashish, il cui mercato è conteso fra due bande di tunisini.

La scoperta di questa enorme partita di sostanza stupefacente, in particolare per quanto riguarda i quattro chili di cocaina risultati in un secondo momento di un elevato grado di purezza, fa sospettare che in quella fetta di città, forse, ci sono altri che hanno intenzione di entrare. Anche se la convinzione degli inquirenti è che i quindici chili fossero in transito in quell’appartamento, arrivati probabilmente da poco e pronti per essere consegnati ai destinatari finali. Ma come è approdata la droga nella disponibilità del quarantasettenne, che nel suo passato ha sì qualche precedente guaio, ma certo non di questa portata? Su di lui agli uomini della Mobile sarebbero arrivati suggerimenti ben precisi, tanto daorganizzare pedinamenti e appostamenti per controllare i suoi spostamenti.

Mercoledì, poi, la decisione di agire: i poliziotti hanno atteso che il quarantasettenne uscisse dalla propria abitazione e lo hanno fermato. Poi la perquisizione degli appartamenti e del luogo di lavoro: qui, all’interno del suo armadietto negli spogliatoi dell’azienda dove lavora, gli uomini della Mobile hanno scoperto un bilancino, un etto di cocaina e due etti e mezzo di hashish. Mentre nella seconda abitazione, adibita a deposito di droga, sono stati poi scoperti otto chili di hashish, tre di marijuana e quattro di cocaina e un secondo bilancino e soldi in contanti. Nell’altra casa, invece, i poliziotti hanno rinvenuto una pistola scacciacani, senza tappino rosso, e 19 proiettili per fucile da caccia, di cui l’uomo non aveva denunciato la detenzione.

Cristina Rufini