Droga, pistola e soldi: 29enne finisce in cella. "Appena entrato in carcere si è ucciso"

Il giovane si è tolto la vita appena 24 ore dopo essere arrivato all’Arginone in attesa della fissazione dell’udienza di convalida. Era stato arrestato dai carabinieri

L’ingente quantitativo di droga e i soldi sequestrati dai carabinieri di Cento

L’ingente quantitativo di droga e i soldi sequestrati dai carabinieri di Cento

Cento, 2 settembre 2021 - Arrestato per armi e droga, si è tolto la vita a ventiquattro ore dal suo trasferimento in carcere. L’uomo – L. L. un 29enne residente a Pieve di Cento ma domiciliato nella città del Guercino – si è impiccato nella sua cella all’Arginone. La tragedia si è consumata nel pomeriggio di ieri tra le mura della casa circondariale, dove il 29enne era stato portato martedì alle 11.30 in attesa della fissazione dell’udienza di convalida. Quando sono intervenuti gli agenti della polizia penitenziaria e i sanitari del 118 per lui non c’era ormai più nulla da fare.

L’uomo era stato arrestato dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Cento nell’ambito di una operazione antidroga. I militari hanno messo nel mirino un’abitazione del centro di Cento, dove hanno trovato il 29 enne, già noto alle forze dell’ordine. A seguito della perquisizione domiciliare, scattata all’alba, il giovane è stato trovato in possesso di due involucri contenenti due chili di marjuana e 161 grammi di hashish, oltre a due bilancini di precisione. I militari hanno poi approfondito le ricerche all’interno dell’abitazione, scoprendo e sequestrando anche una pistola semiautomatica Tanfoglio calibro 9, corredata di 60 munizioni. L’arma è poi risultata essere stata rubata l’anno scorso in una casa del Bolognese. Infine i militari hanno rinvenuto sedicimila euro in contanti, somma ritenuta provento dell’attività illecita. Al termine degli accertamenti è stato arrestato per la ricettazione dell’arma da fuoco, per il porto abusivo della stessa pistola e per l’ingente quantitativo di droga scoperto. è stato quindi accompagnato in carcere dove, dopo appena un giorno di detenzione, ha deciso di compiere il più tragico dei gesti. Sull’accaduto si è espresso anche il Sappe, sindacato di polizia penitenziaria, attraverso il segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante. "Gli arrestati – ha detto – nell’immediatezza dovrebbero rimanere nella disponibilità delle forze di polizia, nelle camere di sicurezza. Spesso però, per varie ragioni, arrivano in carcere e questo rappresenta un ulteriore problema che grava sugli agenti e che deve essere affrontato".