È scomarso don Gianni Caimi: "Realizzò la chiesa nel capannone"

La comunità di Comacchio piange la scomparsa di don Gianni Caimi, sacerdote salesiano amato e attivo nel quartiere Raibosola negli anni '80. La sua eredità include la costruzione della prima chiesa e la promozione di attività culturali e sociali.

È scomarso don Gianni Caimi: "Realizzò la chiesa nel capannone"

È scomarso don Gianni Caimi: "Realizzò la chiesa nel capannone"

COMACCHIO

E’ stata accolta con molta tristezza e non poca malinconia la notizia della scomparsa di don Gianni Caimi (foto), sacerdote salesiano a cui la comunità comacchiese era profondamente legata. Don Gianni, "il salesiano" di Don Bosco, si è spento all’età di 93 anni, portati avanti fino alla fine con il carattere e la verve che da sempre lo aveva contraddistinto anche nel periodo lagunare. Un periodo relativamente breve quello passato a Comacchio, dal 1980 al 1987, quando venne inviato da Roma come parroco di una parrocchia che ancora non c’era quella, del quartiere Raibosola. "All’epoca si diceva la messa sotto i portici dei condomini", raccontano gli amici degli ex-allievi Don Bosco, un gruppo che contava all’inizio quasi 220 iscritti, molti dei quali, negli anni a venire, sono rimasti legati a lui da una profonda amicizia.

"Quando arrivò don Gianni al cosiddetto Villaggio delle Rose non c’era niente: si deve a lui la costruzione della prima chiesa, in un capannone sorto a ridosso di una sala civica messa a disposizione dal Comune, un ritrovo per le funzioni religiose, ma anche un punto di riferimento per i più giovani, e le famiglie di un quartiere che allora si stava popolando". Nei suoi sette anni, l’apostolato di don Gianni non fu solo religioso, ma in un certo senso anche "civile": la sua matrice sindacale (geometra sindacalista prima di farsi sacerdote) lo fece battere anche per questioni relative alla vita pratica dei parrocchiani, come per la sistemazione delle strade e in generale per far sentire la voce della comunità e le sue esigenze a chi allora amministrava la cosa pubblica. Al carisma salesiano invece si deve la creazione di tanti momenti di ritrovo per i più giovani, occasioni di svago come i tornei di calcio, ma anche di formazione e di lavoro. A lui si deve anche la fondazione della banda musicale cittadina "Don Bosco", di cui fu presidente, e della corale omonima. "Don Gianni stette poco tempo, ma in quel tempo seminò molto…". Il suo trasferimento in altre località del ferrarese, per poi spostarlo nei comuni della bassa parmense dov’era tuttora, è ricordato ancora con molto rammarico, segno di un operato davvero incisivo per tanti che lo hanno conosciuto.

Candida Cinti