"Ferrara può diventare polo nazionale Ma serve un accordo Versalis-Basell"

L’ex parlamentare Pd Bratti: "Il tema contrattuale è fondamentale. L’Università sta facendo uno studio"

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I sindacati hanno chiesto al Mise che si faccia garante dell’accordo commerciale per le forniture tra Basell e Versalis in scadenza nel 2024. Ci sono notizie in questo senso dato che da questo accordo, con ogni probabilità, dipende la permanenza di Basell al polo chimico di Ferrara?

"Non c’è dubbio – risponde Alessandro Bratti, ex parlamehtare, oggi ricercatore presso il Dipartimento di Scienze chimiche Unife e vicepresidente dell’Agenzia Europea dell’Ambiente in rappresentanza del Governo Italiano – che il tema contrattuale condiziona in maniera determinante lo sviluppo della chimica nel Polo di Ferrara. D’altronde noi stessi, come Università, abbiamo chiesto che per poter sviluppare uno studio serio sul futuro della chimica a Ferrara sia fondamentale l’interlocuzione almeno con le due aziende che dovranno trovare un accordo commerciale. Oggi Versalis e Basell sono per ampie attività competitors e ciò non aiuta la conclusione della vertenza".

Il Polo chimico di Ferrara può avere un futuro nell’ambito del percorso di transizione ecologica che è stato definito a livello europeo?

"La chimica in Italia nonostante una storia gloriosa non è mai stata una priorità. Ferrara con Mantova, Marghera e Ravenna rappresenta un pezzo importante di tutta la chimica nel Paese. Mentre gli altri ex petrolchimici hanno trovato una loro “vocazione” - Ravenna oggi si candida ad essere un polo energetico primario nel Paese sia riguardo al gas ma anche in prospettiva per lo sviluppo delle rinnovabili e Marghera punta sulle bioraffinerie - Ferrara, pur avendo una specificità legata alla plastica nell’ambito del percorso della cosiddetta economia circolare, non è riconosciuta né a livello regionale né a livello nazionale come punto di riferimento. Solo recentemente la Regione ha manifestato un certo interesse e ha commissionato questo studio all’Università di Ferrara ma, ripeto, senza un accordo tra le due aziende più importanti (Versalis e Basell) ogni studio risulterebbe velleitario".

Spesso si ha l’impressione che il polo di Ferrara venga considerato un tema locale: sbaglio?

"E’ un errore da non fare perché Ferrara già oggi è un pezzo importante della chimica nazionale e come tale deve essere considerata.C’è poi il tema delle bonifiche. Anche in questo caso Ferrara può essere considerata una “palestra” interessante per l’applicazione di tecnologie innovative. Oggi a Ferrara c’è un’ottima Università, una fiera pur con qualche difficoltà vede in Remtech un punto di riferimento sul tema bonifiche, un sistema degli enti locali attento. Ci sono tutti gli ingredienti perché Ferrara si candidi ad essere un riferimento su plastica ed economia circolare".

In che modo è possibile massimizzare l’impatto del Pnrr? Ci sono progetti?

"Temo che riguardo alla chimica non ci siano molti spazi. Non mi risulta nemmeno che sulla linea Economia circolare, che ha messo circa 3 miliardi sull’impiantistica, siano stati presentati progetti ad hoc. Va verificata la linea che riguarda il MISE relativamente all’impiantistica della gestione idrica. Sul fronte Pnrr ricerca occorre verificare in quali progetti possa essere inserito il tema ’chimica’. In ogni caso credo che le risorse non debbano essere necessariamente pubbliche. Ci sono importanti investimenti che vedono gli enti locali insistere sul tema “ambientalizzazione” dell’area. Ricordo che dal 2000 il Polo chimico è stato oggetto di due importanti Accordi di Programma che hanno consentito di mantenere operative non solo le attività produttive ma anche di migliorare l’impatto ambientale delle aziende stesse. Forse ci potrebbero essere le condizioni per riproporre un nuovo Accordo. Ma occorre sciogliere il problema delle relazioni fra le varie imprese dentro il Polo".

Cristiano Bendin