"Finalmente spariscono le distanze La didattica nasce dal confronto"

Cosmé Tura e Perlasca, il quadro della dirigente Corazzari: "Per i docenti l’organico è ormai completo. Recuperiamo quegli aspetti relazionali che tanto hanno pagato durante gli anni con il Covid"

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di Mario Bovenzi

"Finalmente dopo questi anni così difficili per tutti scompaiono le distanze tra i banchi, un bellissimo segnale. Vuol dire che stiamo facendo grandi passi per uscire dalla pandemia", così Cristina Corazzari saluta il nuovo anno scolastico, anno della svolta dopo quei lunghi mesi con la paura del contagio, tra distanziamenti nelle aule e didattica a distanza. Corazzari, dirigente dell’istituto comprensivo Cosmé Tura di Pontelagoscuro, ha anche la reggenza dell’istituto Perlasca, due scuole che arrivano a contare 2mila iscritti.

La campanella quest’anno sembra avere un suono più bello, per tutti. Per chi guida gli istituti, per i docenti ed anche per i ragazzi con le loro famiglie. "L’isolamento – riprende – ha fatto tanti danni, soprattutto ai nostri alunni". Forte il desiderio di voltare pagina che si respira al Cosmé Tura di Pontelagoscuro, comprensivo numero sei. In quegli spazi studiano e gettano i semi per il loro futuro i piccoli dell’infanzia e i più grandicelli della primaria e quelli della scuola secondaria di primo grado, quelle che una volta erano chiamate elementari e medie. Già all’ingresso dell’edificio si respira un clima diverso, più sereno, come di attesa. "Stiamo aspettando qualche docente – spiega ancora la dirigente scolastica – ma per quanto riguarda gli insegnanti siamo quasi al completo. Anche per gli Ata siamo in attesa di chiudere tutto l’organico che comunque riusciremo a colmare, certo non ci sarà l’organico Covid". Assenze che andranno a pesare in tutte le scuole che in questi due anni proprio grazie a questo personale sono riuscite ad affrontare tutti i problemi legati alla gestione degli spazi ridisegnati dalla pandemia, tra distanze da rispettare e percorsi obbligati per entrare ed uscire dagli istituti. Tre i segni del cambiamento, che si riassumono in poche parole. Ovvero, la parola fine per il distanziamento; niente mascherine (comunque chi vuole può indossarla); niente dad con tutti i vantaggi e svantaggi, dolori e gioie che ha comportato seguire le lezioni da casa tra il computer che si inceppa e il rischio di distrarsi sempre dietro l’angolo della cucina o del soggiorno. Grandi opere nella struttura, con il cantiere per l’adeguamento sismico della scuola ’Villaggio Ina’ che ospita infanzia e primaria. Dopo la fase di pulizia e l’allestimento anche qui si apre ad un anno che tutti si augurano non riservi amare soprese sul fronte della pandemia. "Non abbiamo più le distanze – riprende la dirigente scolastica –, aspetto che ci fa un enorme piacere. Non solo ovviamente perché recuperiamo gli spazi ma anche e soprattutto perché questo vuol dire che si torna a riscoprire il valore della didattica, che è fatta di confronto, dialogo, di lavoro di gruppo. Recuperiamo quegli aspetti relazionali che rischiavano di andare perduti e che tanto hanno pagato durante gli anni scolastici con il Covid. Confronto, insegnamento che nasce con le relazioni interpersonali. Questo è il vero significato della scuola, che è comunità". Forte in questi due anni è stato nei due comprensivi l’avanzamento tecnologico, con un riammodernamento di tutta la strumentazione. Segni di una scuola che guarda e sa cogliere il cambiamento.